INTER GUARIN / MILANO – Premessa doverosa: a gennaio, Mazzarri ha avallato con entusiasmo il passaggio di Guarin alla Juventus, con il parallelo sbarco in nerazzurro di Mirko Vucinic, un assiduo dell’infermeria bianconera, in evidente declino fisico e motivazionale.
Chiaramente, dopo il mancato scambio, il tecnico nerazzurro è stato costretto a riaccogliere il colombiano nel gruppo, con tutti i pro e i contro del caso. Dopo aver riconquistato la titolarità, l’Inter e lo stesso mediano (perché resta tale anche se viene impiegato quasi come trequartista) sono giunti al rinnovo pacificatore fino al 30 giugno 2017, che non ha messo una pietra tombale sul suo futuro, nel senso che a giugno potrebbe comunque essere ceduto, ma ha certamente ‘rallegrato’ spirito e conto in banca del colombiano, apparso eccessivamente ‘spensierato’ negli ultimi allenamenti e nelle ultime partite, dove ha commesso più errori del solito.
Mazzarri ha registrato il tutto e deciso, prima della gara col Livorno, di spedirlo in panchina, preferendogli Alvarez, un altro discontinuo. Decidendo poi di impiegarlo a gara inoltrata, con l’obiettivo di tamponare forza e agilità di Duncan in mezzo al campo. Mossa indovinata, fino al retropassaggio sciagurato che ha permesso a Emeghara di concludere la rimonta amaranto. 2-2, Guarin finisce sul banco degli imputati e nel mirino dei tifosi interisti che, tra domenica notte e ieri, gliene hanno dette di tutti i colori.
Il suo agente, Marcelo Ferreyra, ha quasi chiesto ‘pietas‘ per Fredy, pentitosi della follia e desideroso di riscattarsi. Chissà quando, però, visto che Mazzarri dovrebbe panchinarlo per almeno un paio di partite. Punizione fu, punizione sarà. A che vantaggio?
R.A.