INTER ZANETTI / MILANO – A giugno Zanetti lascerà il calcio. Sabato, prima dell’importante sfida contro la Lazio, l’argentino – all’Inter dal lontano 1995 – verrà celebrato e omaggiato dagli interisti presenti al ‘Meazza’ (venduti già 23mila biglietti, la Curva Nord – squalificata – non verrà occupata da bambini): la festa sarà sobria, di sicuro il capitano nerazzurro effettuerà un giro del campo con moglie e figli al seguito, con addosso una speciale fascia celebrativa. L’Inter dovrebbe ritirare la maglia numero 4, con la quale Zanetti (41 anni il prossimo agosto) ha vinto tutto quel che c’era da vincere. ‘La Gazzetta dello Sport’ ha raccontato ‘Capitan Triplete’, che ieri ha annunciato ufficialmente il suo addio al calcio a ‘La Nacion’, attraverso 10 capitoli:
1) Lo sbarco
Javier arriva da semi-sconosciuto nel giugno del 1995. «Sono un centrocampista centrale, ma pure un terzino che spinge sulla fascia», si descrive. E’ appena entrato nel giro della Nazionale di Passarella, l’Inter lo prende assieme a un promettente centravanti, Sebastian Rambert, dell’Independiente. Sulle prime viene considerato una sorta di offerta da supermercato, del tipo prendi due paghi uno. Massimo Moratti poi racconterà che «fu Rambert ad essere aggiunto in extremis, noi avevano puntato dritti su Zanetti. Lo avevamo visto in cassetta, una forza della natura». I due personaggi fileranno sempre d’accordo: e il destino ha voluto che il presidente abbia ceduto la società proprio nell’ultima stagione di Saverio giocatore.
2) La lite
Zanetti è stato un calciatore e, abbastanza in fretta, anche un capitano esemplare: serio, corretto, leale. L’unico momento di follia gli capitò, davanti al suo stadio gremito, durante la finale di coppa Uefa 1997 contro lo Schalke 04. Si va ai rigori e mister Roy Hodgson fa entrare il rigorista Nicola Berti richiamando in panca il nostro argentino: che reagisce con una scenata memorabile. Comunque cinque minuti dopo la furibonda litigata, Javier va ad abbracciare Roy. L’Inter perde però la finale e Hodgson lascia.
3) Quel gol
4) Il 5 maggio
Ma ancora più dolorosa fu per tutta l’Inter la delusione del 5 maggio 2002, un autentico choc vissuto sul terreno dell’Olimpico laziale nell’ultima giornata di un campionato condotto in testa. Quella squadra di campioni si arrende a una Lazio dai due volti per 4-2. Lo scudetto va ai bianconeri, seconda arriva la Roma. Circa un anno dopo, Zanetti è in lacrime a San Siro per l’eliminazione dalla Champions, in semifinale, ad opera del Milan grazie a due pareggi.
5) Le prime rivincite
L’arrivo in panchina di Roberto Mancini fa dell’Inter una squadra di vertice. La costruzione parte dalla coppa Italia 2005, strappata alla Roma. E prosegue con una Supercoppa italiana vinta sulla Juve.
6) Lo scudetto
7) I record
8) La tripletta
L’apoteosi arriva con i tre trofei 2010 targati Mourinho e siamo ai ricordi freschissimi: coppa Italia, scudetto e Champions in un maggio probabilmente irripetibile. Proprio ieri Javier ha raccontato agli argentini quanto intensa sia stata la sua gioia nel sollevare al cielo la Champions in uno stadio mitico qual è il Bernabeu.
9) Infortuni
In questa sua strepitosa carriera Saverio ha potuto stabilire i record di presenze (comprese le 145 partite con la nazionale) grazie a un fisico eccezionale e a una condotta di vita iperprofessionale. Appena tre gli infortuni seri, a cominciare nel 2000 da una lesione all’adduttore, proseguendo per un pneumotorace a Palermo e finendo con la rottura del tendine d’Achille, aprile 2013, sempre sul campo del Palermo.
10) In famiglia
Sposato con Paula, conosciuta da ragazzino, Zanetti ha tre figli e vive nel Comasco. Ama cantare e cucinare l’asado, ha due ristoranti a Milano e promette di continuare ad allenarsi tutti i giorni. «Persino la mattina del nostro matrimonio era lì che correva nel prato della villa dove si sarebbe svolto il ricevimento», ha raccontato Paola, provetta fotografa. Chissà quante stanze ci vorranno per appendere al muro tutte le foto scattate durante una carriera del genere.
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