INTER MAZZARRI / MILANO – L’Inter di Mazzarri atto secondo partirà sempre dal 3-5-2. Senza escludere alcune varianti, tipo 3-4-1-2, 3-4-2-1 o 3-4-3. Il passaggio alla difesa a quattro non è così impossibile, ma difficilmente avverrà nell’immediato. Una cosa è certa: la squadra che sta nascendo avrà tre ‘pilastri’ – togliendo Handanovic, sicuro del posto anche perché senza concorrenza alle spalle -, ovvero Vidic, Hernanes e Palacio. Tre giocatori esperti e di sicuro affidamento (se in condizioni…), due dei quali (che vengono da un Mondiale personale poco esaltante) già a Milano rispettivamente dall’estate 2012 e dal gennaio 2014.
Ora il tecnico nerazzurro ha a disposizione una rosa (quasi, manca un difensore e un altro attaccante, a meno di una conferma di Botta) completa, composta da ‘scommesse’ finanche da elementi interscambiabili. Pensiamo solo alle fasce, il piatto forte del gioco di Mazzarri: Dodò-Nagatomo per l’out sinistro, Jonathan-D’Ambrosio per quello destro. Quattro giocatori, tre destri e un mancino, per due posti. E in mediana: se in campo andranno siaHernanes che Kovacic, ecco il ballottaggio per il ruolo di centromediano tra Medel, che potrebbe giocare anche interno o terzo difensore della linea a tre, e il francese M’Vila, ora dietro nelle gerarchie perché fuori forma.
Per l’attacco, oltre Palacio, uno tra Icardi e Osvaldo. Oppure entrambi più il ‘Trenza’, che non può giocarle tutte ai massimi livelli, in un più che interessante tridente. E la difesa? Con il ritorno di Rolando, auspicabile visto il grande rendimento fornito dal portoghese nella scorsa stagione, a rischio uno tra Ranocchia (il capitano dopo il ritiro di Zanetti) e Juan Jesus. Perché il serbo non si tocca, almeno in partenza.
Raffaele Amato