INTER MORATTI AUSILIO / MILANO – All’ampio elenco riguardante i malumori di Massimo Moratti – elenco stilato in mattinata da ‘La Gazzetta dello Sport’ – va ad aggiungersi secondo il quotidiano milanese anche un pentimento genuino, sebbene tardivo, da parte del presidente onorario nerazzurro. Moratti, si legge, è rammaricato per non aver dato a Piero Ausilio lo spazio che meritava, subordinandolo a Marco Branca e costandogli per riflesso anche un mucchio di critiche da parte dei tifosi scontenti. Critiche ampiamente immeritate, come Ausilio ha dimostrato da quando gli sono state affidate le chiavi dell’area tecnica nerazzurra: merito di Erick Thohir, che in pochi mesi ha saputo operare nel migliore dei modi una scelta delicata eppure fondamentale. Ausilio andrà giudicato ai primi giorni di settembre, ma finora ha fatto un lavoro egregio e scaltro dando prova anche di grande professionalità e le eventuali fortune dell’Inter nella prossima stagione saranno da attribuire in buona parte al modo in cui è riuscito a gestire un mercato tramite autofinanziamento senza – finora – cedere i pezzi pregiati nerazzurri. Bravissimo, ed occhio perché l’età gioca dalla sua parte: ma com’è possibile che Thohir, quello che per l’opinione pubblica doveva essere un magnate inesperto e pasticcione che avrebbe dovuto esclusivamente sganciare i soldi al posto di Moratti, abbia capito le qualità di Ausilio prima di chi aveva lavorato a stretto contatto con lui per anni?
In molti, se messi di fronte a questo quesito, risponderebbero che il difetto principale di Moratti è sempre stato quello di mettere la “famiglia” prima del business, bonariamente, ma con testardaggine ed ostinazione. Un difetto che è costato ai tifosi il sogno più bello: la possibilità di vedere l’Inter entrare in pianta stabile nell’Olimpo del calcio dopo la vittoria della Champions League, come un Real Madrid o un Bayern Monaco qualsiasi. La squadra nerazzurra si è invece sciolta come neve al sole nei tre anni successivi, collezionando figuracce sul campo e non (vengono in mente gli zero punti conquistati con il Novara nella stagione 2011-12, oppure il caso Forlan) e dovendo inoltre sorbire il nuovo exploit della Juventus targata Agnelli. Ed ora, signore e signori, lacrime di coccodrillo.
Alessandro Caltabiano
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