INTER ZENGA INTERVISTA GAZZETTA DELLO SPORT / MILANO – Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Walter Zenga ha parlato dell’Inter a 360°. Ecco le sue dichiarazioni più significative: “Ma pensiamo davvero che possa dar fastidio una squadra islandese? Siamo messi male… L’unico problema mi sembra possano essere le quattro ore di volo per arrivare là – spiega -. Per me l’Inter deve puntare allo scudetto ma l’obiettivo ‘obbligatorio’ è la Champions, senza se e senza ma. Perché riparte da un 5° posto e deve migliorare di due posizioni, non dieci. Perché da gennaio, a cominciare da Hernanes per finire con Medel, sono arrivati sette buoni giocatori. E magari ne arriva ancora qualcun altro – continua -. Ognuno pensa di poter giocare fino a sessant’anni, ma gli immortali non esistono: a un certo punto si cambia, è successo anche a me e a un sacco di gente. Era finito un ciclo, erano scaduti dei contratti, era giusto abbassare l’età media: nulla di scandaloso, mi pare. Di quest’Inter mi piace che si è rinforzata dove aveva bisogno e ha preso giocatori che hanno voglia di riscatto, anche se Medel, per me, non era necessario: ha fatto un ottimo campionato del mondo da difensore e non credo l’Inter l’abbia preso per quel ruolo. Io sinceramente in mezzo al campo vedo bene gente con più qualità: il calcio va in questa direzione. Conte ct? Antonio è bravo, mi piace. Però sono curioso di vedere se riuscirà ad incidere come ha fatto con la Juventus. Tavecchio? Non capisco una cosa: un Primavera dell’Atalanta (Grassi, ndr) dice “vu’ cumprà” a un avversario e si becca dieci giornate, le curve fanno cori razzisti e vengono chiuse, Tavecchio parla di mangiabanane e viene eletto presidente federale. E poi non hanno ragione Albertini e Tommasi a dire che non siamo credibili? Se uno sbaglia non deve essere bruciato vivo, ma certamente si deve intervenire nella maniera giusta. Cosa ho pensato quando ho saputo di Inzaghi allenatore? Ho pensato a Sarri, l’allenatore dell’Empoli, che ci ha messo 55 anni per arrivare in serie A. E su Allegri dico cavoli suoi: se quest’anno alla Juve arrivi secondo, è come se avessi perso. Però intanto se la gioca: anche dovesse andargli male, potrà dire di aver allenato Milan e Juve, beato lui” ha concluso.
Stefano Migheli