Inter, squalifica Curva nord: la società nerazzurra non poteva fare ricorso perchè…

INTER CURVA NORD SQUALIFICA RICORSO / MILANO – Domenica il secondo anello verde dello stadio ‘Giuseppe Meazza’ resterà desolatamente vuoto. A nulla è valsa la lettera scritta al presidente della Figc Carlo Tavecchio, in maniera intelligente e diplomatica, dai responsabili della CN69 che da anni creano magnifiche coreografie e inventano cori, unendo quasi 7.000 persone che di quello spicchio di stadio sono l’anima pulsante. Il nuovo presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio ha risposto, in maniera chiara limpida e lapalissiana, oggi pomeriggio, spiegando che: “Non ci sarebbe stata alcuna decisione alternativa a quella presa dal giudice sportivo qualche mese fa, perché non spetta a lui cambiare la sentenza e, comunque, doveva essere la società e non la tifoseria a fare questa richiesta”. In effetti sembrerebbe tutto preciso e corretto, a malincuore, il nuovo responsabile del calcio italico, pur capendo la situazione non può fare nulla, facendo cadere, in maniera molto blanda, le colpe sulla società Inter che avrebbe dovuto preoccuparsi lei, di fare ricorso e non lasciare che fossero i tifosi interessati. La situazione però è più complessa, in quanto, anche volendo, la società nerazzurra, non avrebbe potuto fare alcun ricorso, come aveva sempre fatto, precedentemente, in casi analoghi, perché, in questo caso, la recidività della responsabilità attribuita al club, avrebbe automaticamente reso vano, qualsiasi tentativo di ricorso, che non sarebbe mai stato accettato. Per intenderci, mancavano i presupposti, come accaduto invece in tantissime situazioni, in cui i legali nerazzurri erano riusciti, con ottime arringhe e presentando richieste di annullamento da re del foro, a far cancellare o scontare tanti provvedimenti disciplinari, in questo caso avevano le mani legate. L’unica possibilità era una ‘grazia’ che diplomaticamente il Dottor Tavecchio non ha potuto concedere.

L.D.

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