INTER KOVACIC-MAZZARRI / MILANO – I tifosi interisti si sono innamorati di lui già pochi minuti dopo il secondo tempo di Siena-Inter del 3 febbraio 2013, gara che la squadra di Stramaccioni perse 3-1 e quella in cui ci fu l’esordio in nerazzurro di Mateo Kovacic, pagato da Moratti 14 milioni di euro. Dopo quei quarantacinque minuti, tante perle e molti momenti bui. Con Mazzarri, poi, causa anche l’infortunio a inizio ritiro che ne pregiudicò la preparazione, si palesarono le difficoltà maggiori. I primi mugugni, le prime voci di un possibile quanto prematuro addio. Ha grande talento ma è poco concreto. Si diceva: non partecipa alla fase difensiva e davanti gioca a sprazzi, senza inserirsi in area di rigore o concludere da lontano. In un anno, più o meno, è avvenuta la metamorfosi. La trasformazione. In allenamento come in gare ufficiali, finora 4 i gol tra Europa League e campionato, l’ex Dinamo Zagabria ha intrapreso la strada del ‘campione‘, di quelli che convincono e che ti alzano il valore della squadra. Convincendo anche Mazzarri, nella scorsa stagione criticato – non poco e non sempre a torto – perchè incapace di valorizzare le sue qualità: “La sua crescita è pazzesca – ha detto proprio il tecnico dell’Inter dopo il 7-0 col Sassuolo -. Ora si inserisce e va al tiro, ma soprattutto sta cominciando a lavorare in fase difensiva come un grande giocatore”. Appunto, come un grande: ora il croato è atteso alle prove più dure, e dovrà trovare continuità per diventare anche determinanti per vincere anche contro avversari più forti.
Raffaele Amato
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