INTER / MILANO – L’Inter vista a Kiev non (ci) ha impressionato sul piano del gioco, il primo tempo è stato da sonnolenza come nelle più classiche partite di Serie A – vedi quella dei nerazzurri a Torino -, ma sotto l’aspetto dell’efficacia e del cinismo sì. Dopo non aver sofferto ma nemmeno intimorito l’avversario, ben organizzato però modesto, nella ripresa la squadra di Mazzarri ha saputo infliggere il colpo del ko proprio nel momento peggiore del Dnipro, ovvero quando è rimasto in dieci causa doppia ammonizione del capitano Rotan. E forse è un caso, o forse no, che in campo ci fossero due punte, anziché una come in partenza, e che Guarin fosse in una posizione più arretrata e più consona alle sue caratteristiche, nonché ai pregi e ai suoi difetti.
Da questa trasferta si possono trarre cinque considerazioni: 1) lo schema a una punta mal si adatta a questa squadra assai lenta in mediana, dove mancano centrocampisti in grado di appoggiare l’unico attaccante. In attesa che Kovacic trovi continuità, ieri era in tribuna per un infortunio, che Hernanes torni a fare l’Hernanes e che Icardi impari a giocare anche di più per la squadra. Anche se ieri, come a Torino, l’argentino è stato spesso lasciato in balia dei difensori avversari; 2) Mazzarri deve osare di più soprattutto in Europa League e contro avversari sulla carta inferiori, invece di accontentarsi e quindi sperare nel golletto che non è detto che arrivi sempre; 3) Il turnover del tecnico è stato ragionato, non eccessivo: avere e contare su più giocatori, e non solo sul solito blocco, può far solo che bene considerato che l’Inter non può permettersi di rinunciare nemmeno a una competizione. E che la stagione è lunga; 3) Difesa ancora imbattuta nelle prime cinque gare ufficiali, anche se gli avversari incontrati finora sono apparsi tutt’altro che irresistibili. Ieri l’organizzazione e le transizioni difensive sono state perfette, Vidic dà sicurezza e Juan Jesus sta crescendo in modo esponenziale; 4) D’Ambrosio è in netto progresso, ma non da ieri: oltre al gol ha garantito copertura e sostegno a Campagnaro sulla fascia presidiata da Konoplyanka, il più brevo e temibile del Dnipro. Meriterebbe maggiore considerazione. E Guarin (ieri capitano), se schierato nel ruolo giusto, può diventare prezioso; 5) Vincere aiuta a vincere: solo con la ‘continuità‘, invocata da Mazzarri, potranno arrivare grandi risultati.
Raffaele Amato