JUVE ROMA TRAVAGLIO/MILANO –Dopo poco più di 30 anni, dal famoso gol annullato a Turone, Juve Roma è sempre una partita che crea polemiche per gli errori od orrori arbitrali, che puntualmente si vedono in questa sfida. Sono passati 3 giorni dalla partita tra le due più serie candidate alla vittoria finale, del campionato italiano, ma non si placano i botta e risposta di accuse e difese, spesso infarciti di improperi, tra dirigenti, giocatori e naturalmente tifosi. Il popolo bianconero continua a difendersi e a sentirsi innocente, come se quelli visti domenica a Torino, non siano per nulla errori arbitrali, c’è chi invece si è sentito disgustato, da tifoso della Vecchia Signora, di quello che è successo.
Il noto giornalista Marco Travaglio, tifoso zebrato D.O.C, dal lontano 1972, ha voluto andare controcorrente e intervistato dal ‘Corriere dello Sport’ ecco le sue parole: “Ero a Sassari con il mio direttore Padellaro, e capii dopo poco di essere in mezzo a un gruppo di tifosi bianconeri, ovviamente tutti con le fette di prosciutto davanti agli occhi. Purtroppo vedo che negli ultimi tempi si è perso molto dello stile Juve che tanto tirano in ballo ultimamente per tornare a qualcosa di più simile ad uno stile Moggi: questi tre favori, così in fila, fanno per forza pensare a quel periodo lì. Cobolli Gigli e Blanc stavano lavorando duro per ripulire la nostra immagine, ad Andrea Agnelli e consorte consiglio vivamente di guardare le immagini dell’avvocato e di Umberto per capire cosa fosse lo stile Agnelli. Non dovevano commentare nel dopo partita come hanno fatto loro.”
Naturalmente le sue parole fanno tornare in mente i fatti di 8 anni fa e riportano alla mente l’ex dirigente Moggi, di cui il giornalista è stato sempre un grande avversario, ma subito precisa: “Non c’è un sistema architettato dietro a questi errori, è più che altro servilismo. Lo dico da juventino convinto, abbonato per venti anni allo stadio fino all’arrivo di Moggi. Cominciai a tifare nel 1972, avevo 8 anni, mentre Moggi faceva dell’altro.” Poi, però, si toglie un sassolino dalla scarpa, facendo una battuta sull’ex dirigente bianconero, visto il comportamento di Moggi nei suoi confronti e le tante battute che gli lanciò in quegli anni: “Quando io iniziai a tifare, Moggi era solo un buonissimo osservatore, che lavorava con Lazio, Roma e Napoli e si sbatteva a destra e a manca per entrare all’Inter o al Milan. Nel tempo libero rimaneva incastrato nelle storie di prostituzione legate al Torino di Borsano. Io sono il primo ad aver pubblicato le trascrizioni delle intercettazioni di Calciopoli, ai tempi del mio lavoro a La Repubblica, e ne sono molto felice.”
Luigi De Stefani