L’Inter, la moviola e la “memoria corta” di Allegri: quando si parla di cultura del rispetto…

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

INTER ALLEGRI MOVIOLA / PISA – Ognuno tira l’acqua al suo mulino, si dice in certi casi. Massima che calza a pennello per il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, il quale sembra essersi dimenticato le veementi polemiche scatenate da lui e dal Milan in occasione dell’ormai celeberrimo gol di Muntari del 25 febbraio 2012. Ecco cosa ha dichiarato il toscano in queste ore, a margine dell’Internet Festival di Pisa: “Moviola in campo? Io sono contrario, rallenta l’azione e non cancellerebbe i dubbi. Sarebbe un qualcosa di surreale; il calcio ha già fatto tantissimi progressi per quanto riguarda il gol fantasma, ma molte situazioni restano soggettive e non possono essere risolte con l’aiuto di una macchina, forse migliorerebbe le cose soltanto per il fuorigioco“. E dici niente. Se già aiutasse anche solo per capire quando è fuorigioco o quando non lo è, forse l’Inter avrebbe vinto a Palermo, soltanto per parlare di questa stagione. “Sul gol di Muntari, due anni e mezzo fa, il Milan accettò la decisione”, continua il tecnico bianconero. “Se non lo avessimo fatto, non saremmo riusciti ad andare avanti, sarebbe stato come non credere a niente. In Italia c’è la cultura del sospetto e ci sarebbe anche su chi manovra la moviola. Bisogna passare dal sospetto al rispetto“.

Il solito Allegri bravo ad arrampicarsi sugli specchi, quello che per giustificare uno stop di mano di Robinho arrivò a dire “I brasiliani la stoppano così”… salvo poi richiedere un rigore per fallo di mano di Maicon nel derby successivo. Non sorprende il suo repentino cambio d’opinione, dato che attualmente allena il club che statisticamente – e storicamente, chi vuole intendere intenda – beneficia del maggior numero di errori arbitrali a favore. Chissà cosa penserebbe della moviola in campo se fosse al posto di Mazzarri. Intanto, ecco riportate alla luce le dichiarazioni che Allegri rese immediatamente dopo quel Milan-Juventus carico di polemiche: “O hanno sbagliato a tracciare il campo oppure la linea era più grossa… Non mi sono arrabbiato, mi sono divertito perché è stata una bella partita. Purtroppo tutto è stato falsato da un episodio. Questo gol ci ha creato danno, sul 2-0 sarebbe stata una partita diversa. Questo dimostra che a star zitti si farebbe meglio…”. L’ultima frase, tra l’altro, trova chi scrive pienamente d’accordo.

La moviola in campo potrebbe forse snaturare il calcio, renderlo “surreale”: ma anche un’espulsione per doppia ammonizione al 27′ rende il calcio surreale, specialmente per il tifoso che, persa ogni speranza di redenzione, deve rassegnarsi ad altri 63′ di sofferenza. Così com’è surreale non ricevere rigori a favore per 33 giornate (soprattutto se tutto ciò ha inizio dopo un Juventus-Inter ancora indigesto a molti tifosi bianconeri). E non si tratta di assolvere Yuto Nagatomo, i cui errori durante Inter-Cagliari sono palesi e sotto gli occhi di tutti, ma di far notare che il regolamento viene applicato nella sua versione integrale soltanto quando una delle squadre in campo veste il nerazzurro. Per tutti gli altri esistono sconti e sconticini a cui aggrapparsi, come se l’Inter meritasse un trattamento inferiore persino a quello tenuto nei confronti di una neopromossa. Allegri parla di “sospetto”? Un certo portoghese che allenò l’Inter qualche anno fa non fece altro che denunciarlo, questo sospetto, al punto di stancarsi del calcio italiano e fare le valigie. Molti tifosi nerazzurri furono d’accordo; molti, del resto, lo erano già prima del 2006. E se la moviola in campo può aiutare ad eliminare la cultura del “sospetto” e a mutarla in quella del “rispetto” di cui parla Allegri, allora ben venga: perché finora, al di là di ogni discorso riguardante il campo, di rispetto nei confronti dell’Inter se n’è visto davvero poco.

Alessandro Caltabiano

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