La lite con Mazzarri non c’entra: le dimissioni di Moratti hanno radici molto più profonde

Massimo Moratti
Massimo Moratti

INTER MORATTI / MILANO – Non sono pochi i media nazionali che hanno approfittato delle clamorose dimissioni di Massimo Moratti per destabilizzare ulteriormente la posizione di Walter Mazzarri, reo di aver “risposto male” all’ormai ex presidente onorario dell’Inter. In realtà, come spiega ‘SkySport24’, il botta e risposta tra i due non è stato altro che la punta dell’iceberg in una decisione che il petroliere veneto stava maturando già da prima dell’estate.
L’episodio determinante è accaduto durante l’ultima assemblea dei soci, quando questi ultimi hanno applaudito Erick Thohir e tutte le sue decisioni. L’ex presidente, trovandosi in disaccordo con tutti, si è sentito accerchiato ed escluso. Un altro motivo scatenante è la rivoluzione attuata in grembo alla società a luglio, culminata con l’allontanamento di gran parte dei dirigenti e membri dello staff di origine “morattiana” (Combi, Cordoba e via dicendo). La somma di questi fattori può essere considerata la vera causa delle dimissioni di Moratti, di suo figlio Angelomario, dello storico amministratore Rinaldo Ghelfi e di un altro dirigente “di famiglia”, Alberto Manzonetto, tutti membri del CdA.

Secondo altre indiscrezioni provenienti dal capoluogo lombardo, tuttavia, anche le recenti dichiarazioni del CEO Michael Bolingbroke (che, parlando del rosso nel bilancio nerazzurro, aveva attribuito le colpe alla gestione precedente) hanno pesato, come quelle diThohir che aveva fatto i conti in tasca, per così dire, alla società meneghina. A maggio, infatti, Moratti aveva chiaramente detto all’indonesiano: “A me non piace sentir parlare di debiti e risanamento“.
Infine, poi, anche la frecciata di Mazzarri (“Le parole di Moratti? Io ho altro a cui pensare”, ndr) ha contribuito a delegittimare la posizione di Moratti, anche se va ricordato che proprio il patron della Saras era stato il primo a rilasciare dichiarazioni decisamente evitabili (“Mazzarri sarà nei guai se non ci saranno risultati”, ndr) all’indirizzo del tecnico nerazzurro.

A rigor di logica e a dispetto di quanto stanno riportando le principali testate giornalistiche del Paese, tuttavia, bisogna ricordare che quello di Moratti è tutt’altro che un addio all’Inter. L’ex presidente onorario e la sua famiglia detengono ancora il 30% delle quote societarie e c’è da scommettere che quella di oggi non sarà l’ultima presa di posizione da parte dell’una o dell’altra fazione. Difficile pensarlo quando, tanto per cominciare, i Moratti avranno ancora voce in capitolo su conti e bilanci…


Alessandro Caltabiano

 

 

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