INTER MORATTI / MILANO – Massimo Moratti, fresco dimissionario da presidente onorario dell’Inter (qui i motivi), è quello che ha visto in Thohir il suo degno successore, tra mille ambiguità e misteri, e in Walter Mazzarri il miglior allenatore (ultimo della sua gestione, ha scritto anche la prefazione della sua autobiografia) per la ricostruzione. Eppure il rapporto con entrambi non è mai decollato, e i perché sono tanti.
Partiamo da quello con Thohir: tra Massimo ed Erick è evidente un gap generazionale e un’impostazione completamente diversa nel gestire una società. Quella del petroliere è di tipo patriarcale, quella dell’indonesiano molto più pragmatica (vedi la rivoluzione societaria in poco meno di un anno) e affartistica. Ciò ha portato alla costruzione di un rapporto cordiale ma poco comunicativo, complici anche lingue e culture diverse: inoltre, scrive ‘La Gazzetta dello Sport’, vivendo dall’altra parte del mondo, Thohir avrebbe voluto un Moratti più presente e vicino alla squadra. Non avendo più le leve del comando, invece, quest’ultimo invece si è progressivamente defilato. In ultimo il nodo Pirelli, marchio legato a Moratti (è grande amico del presidente Tronchetti): Thohir vorrebbe più soldi dei 13 milioni attuali, quindi non si esclude una brusca interruzione del rapporto, tanto più dopo le dimissioni del petroliere.
Passiamo al rapporto con Mazzarri: il bubbone è scoppiato in questi ultimi due giorni. Colpa delle inopportune dichiarazioni dell’ex patron (“Se la squadra non cresce lo vedo nei guai”) a cui ha risposto sprezzante – ma senza affondare – Mazzarri (“Non ho tempo da perdere per rispondere…”). Ma segnali di burrasca possono intravedersi già nel passato. C’è per esempio una frase del 18 marzo 2014 che adesso suona come un prodromo di distacco: a Massimo Moratti, mentre riceve un premio in pieno centro, viene chiesto un parere sulla decisione estiva di prendere Walter Mazzarri in panchina. In quel momento storico, l’Inter ha appena battuto il Verona ed è a pochi giorni da quella che sarà la sconfitta interna contro l’Atalanta. Risposta di Moratti: “Lui e Conte erano gli allenatori di più successo l’anno scorso e, stante il fatto che Conte era occupato, ho pensato che Mazzarri fosse il tecnico giusto per la nostra panchina”. Poco dopo ecco che si alza il vento delle supposizioni: voleva Conte ma Conte non poteva, quindi è andato su Mazzarri. Di certo fra i due ci sono state anche altre cose. Quando ci fu il primo contatto per Mazzarri, Moratti non accennò minimamente alla trattativa che avanzava con Erick Thohir per la cessione del club. WM non ci è rimasto benissimo, e Moratti non ha gradito del tutto che Mazzarri palesasse in modo chiaro questo particolare. Poi, aggiunge la rosea, l’ex patron non ha mai visto quella giusta crescita della squadra e un gioco che lo convincesse. Infine, non indifferente sarebbe stato l’avallo mazzarriano delle uscite dei vari eroi del Triplete: quindi gli addii di Esteban Cambiasso (all’Inter), di Javier Zanetti (al campo) e di Ivan Cordoba (da team manager). Del reparto medico (Combi) e quello del ‘fido’ Branca.
R.A.
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