INTER PALACIO / MILANO – All’Inter manca il vero Palacio. Come a Palacio manca una condizione fisica tale da ridargli la lucidità necessaria per non sbagliare anche gesti e gol semplici tipo quelli da lui divorati mercoledì sera contro la Sampdoria. L’argentino, la cui convivenza con Icardi o con lo stesso Osvaldo non è in discussione – essendo lui un attaccante ‘gregario’ e universale – non è brillante perché viene da un infortunio pre-Mondiale, una distorsione alla caviglia sinistra alla quale lo staff medico dell’Argentina pose rimedio solo attraverso delle infiltrazioni, che gli ha impedito sia di lasciare il segno in Nazionale (non facile partendo sempre dalla panchina) sia poi di allenarsi con regolarità e senza fastidi alla Pinetina. E’ da circa un mese che Mazzarri lo sta schierando con regolarità, nelle ultime tre (col Napoli è uscito all’89’) ha giocato sempre dal primo minuto, perché anche se non è ancora quello della passata stagione (19 gol totali, con periodo di appannamento tra gennaio e febbraio) resta un giocatore fondamentale per la squadra nerazzurra coi suoi movimenti a venire incontro o a dare la profondità, come per la benedetta arma del contropiede. Alla soglia dei 33 anni, questa Inter non può fare a meno di Palacio, anche di quello poco lucido, divoratore e in astinenza da gol.
Raffaele Amato
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