INTER THOHIR / MILANO – Venerdì Thohir e i pezzi grossi del management nerazzurro voleranno a Nyon per sedersi dinanzi alla Camera investigativa del Club Financial Control Body dell’Uefa, che nei mesi scorsi aveva inviato alla società nerazzurra un “warning“, ovvero una sorta di avvertimento-richiesta di spiegazione sui propri parametri non in regola rispetto alle norme anti-indebitamento introdotte dal massimo organismo calcistico d’Europa.
STRATEGIA DIFENSIVA DI THOHIR
Onde evitare che al club vengano inflitte sanzioni pesanti, il presidente spiegherà che i problemi economici dell’Inter sono nati nella precedente e scellerata gestione facente capo a un altro proprietario (Moratti, ndr), che finora già molto è stato fatto per quanto concerne la riduzione dei costi del personale (su tutti l’abbassamento del monte stipendi, sceso a 70 milioni). Infine presenterà il nuovo piano economico della società, che avrà come obiettivo un aumento dei ricavi e quindi del fatturato nel giro di due-tre stagioni.
COSA RISCHIA L’INTER
Certamente una multa salata (inevitabile) e non l’esclusione dalle coppe. Ma l’Inter teme, a ragione – la somma delle perdite nell’ultimo triennio tocca quota 250 milioni (a cui dovrà essere detratto il costo degli stipendi dei contratti precedenti al 1 giugno 2010), a fronte di un massimo di 45 milioni stabilito dal Fair Play Finanziario – le cosiddette pene ‘accessorie‘. Tipo il blocco del mercato o il taglio dei proventi derivanti dalla partecipazione alle coppe europee. Insomma, quelle che darebbero una grossa ‘mazzata’ al programma di rilancio di Thohir, cioè al futuro della stessa Inter.
Raffaele Amato