Beckenbauer nella Grande Inter

Franz Beckenbauer
Franz Beckenbauer

INTER BECKENBAUER / MILANO – Franz Beckenbauer è stato il campione che molti avrebbero voluto essere. Nato due mesi e nove giorni dopo la fine della seconda guerra mondiale, in una Monaco di Baviera danneggiata non tanto quanto Berlino, il Kaiser (che in italiano vuol dire Imperatore) conquistò nel ruolo di libero – ma con la sua classe e personalità avrebbe potuto giocare ovunque – un Mondiale e un Europeo con la Germania Ovest rispettivamente nel 1972 e 1974, cinque campionati nazionali ovviamente col Bayern Monaco (di cui ora è presidente onorario dopo anni passati tra vicepresidenza e presidenza stessa, in qualità di allenatore tra il ’93 e il ’94). Sportivo di successo anche da commissario tecnico della nazionale teutonica, con cui vinse il Mondiale ‘italiano’ del 1990 (battendo in finale l’argentina di Maradona, danneggiata dall’arbitro messicano Méndez). Personaggio autorevole e schietto, sempre in cerca di polemiche – famose le sue critiche a due guru della panchina come Mourinho (definito “rozzo e maleducato”) e Guardiola (“il suo gioco è noioso”) – e che resterà per sempre nella memoria, storica o meno, dei calciofili e non solo. E da oggi, ancor più in quella dei tifosi interisti. Alla ‘Bild’ Beckenbauer ha infatti confessato che prima del Mondiale del ’66 firmò un contratto con la Grande Inter, “all’epoca centro del mondo calcistico con Facchetti, Sandro Mazzola e il leggendario allenatore Herrera“, ma poi l’embargo agli stranieri dopo il fallimento della spedizione azzurra in Inghilterra (l’Italia di Fabbri venne eliminata dalla Corea del Nord), che durò fino al 1980, costrinse Angelo Moratti ad annullare il clamoroso trasferimento. “Più tardi arrivò un’offerta dal Milan ma per il blocco non potei mai giocare in Serie A”. Lo stesso che impedì a Eusebio e forse anche Pelé di approdare in un’Inter al limite dell’imbattibilità.

Raffaele Amato

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