INTER GIOVANI / MILANO – Scrivendo l’opposto potremmo raggranellare qualche click e applauso in più. Ma essendo fedeli a una delle poche e giuste regole del buon giornalista (o aspirante-presunto tale), “il lettore non è il tuo padrone”, diciamo essenzialmente questo: i giovani della Primavera nerazzurra, in generale tutti e nello specifico quello visto ieri contro il Saint-Etienne (cioè Bonazzoli, che, a differenza di Palazzi, ha giocato tre quarti di gara), non valgono l’Inter. Nemmeno questa Inter mediocre allenata da Mazzarri, da cui è difficile pretendere di più visti gli infortuni e, di conseguenza, una rosa (costruita male in estate) ridotta all’osso. Quindi non ci accodiamo al plotone da facili complimenti per il classe ’97, che magari farà una grande carriera ma di sicuro è fin troppo lodato sui giornali. Che poi sono gli stessi che inneggiano a Mastour del Milan – vanno capiti: tengono famiglia e poi, per loro, il padrone è padrone – , il nuovo Messi alla milanese. Oltre a non valere l’Inter (loro come qualche ‘grande’ o semi-grande tipo Mbaye, da noi invocato come opzione sulla fascia ma finora sempre mollo e distratto tutte le volte che è sceso in campo), non possiamo – e sarebbe ingiusto e deleterio – ergerli a salvatori di una squadra incerta, discontinua, con difetti strutturali impossibili da correggere senza una campagna acquisti volta a un rafforzamento concreto e profondo. Giusto puntare ai giovani (quelli pronti! ma purtroppo i settori giovani italiani puntano solo a vincere i Viareggio e i campionati di categoria, anziché insegnare calcio) se al loro fianco ci sono dei campioni. E all’Inter di campioni non vi è traccia.
Raffaele Amato