INTER SIMONI / MILANO – Ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, Gigi Simoni ha rievocato i ricordi della sua esperienza all’Inter, concentrandosi anche sul momento attuale della squadra nerazzurra. Prima di tutto, l’attuale presidente della Cremonese ridimensiona fortemente gli obiettivi di Mazzarri&Co.: “Non mi aspettavo un momento così difficile da parte dell’Inter, speravo che andasse tutto bene. Personalmente non ero molto convinto che con questa squadra si potesse competere per grandi obiettivi, per me si può arrivare al quinto posto. Questo deve essere l’obiettivo, non si può fare di più e dare le colpe a qualcuno non serve a niente. Penso però che tra Inter e Verona vinceranno i nerazzurri”.
“Mazzarri? L’ho allenato e gli voglio bene, ma vorrei che fosse più equilibrato quando è chiamato a dare dei giudizi. Dice che la propria squadra gioca sempre meglio dell’avversario, l’arbitro gli sta sempre addosso ed è sempre contro. Questo atteggiamento lo danneggia, perché è un bravo allenatore ma poi nei momenti di difficoltà tutti gli danno le colpe: se cambiasse, forse diventarebbe più simpatico e i tifosi e la stampa non sarebbero così severi. Non so se è la stagione decisiva per lui, secondo me la situazione è chiara e sarà difficile da migliorare: piuttosto che vivere una situazione di sofferenza continua sarebbe meglio fare qualcosa di diverso. La società non mi convince per i risultati che non arrivano. Non è facile sostituire Moratti, perché lui è innamorato di questi colori da generazioni. E’ una persona troppo importante, per Thohir ci vorrà tempo e i suoi risultati non saranno immediati. Ora Thohir deve creare una propria immagine e raggiungere un obiettivo, dovrà innamorarsi, emozionarsi e vincere”.
Poi, Simoni rievoca il ricordo dello storico rigore non concesso a Ronaldo durante Juventus-Inter nel 1998: “L’azione partì da Simeone. Palla a Zamorano che vinse un contrasto, poi finisce a Ronaldo. Ronie subisce fallo da Iuliano, l’arbitro non fischia. Se ne parla ancora dopo tantissimi anni e tanti juventini che incontro mi dicono che avevo ragione. Forse fu l’unica volta in cui persi la calma, ma in quella stagione ci furono parecchi episodi dubbi come quello di Empoli. Poi, arrivati a Torino, tutti avevamo paura che potesse succedere qualcosa, ci stavamo giocando lo Scudetto. Il fallo era troppo evidente, non lo guardo tanto perché quel momento mi rende triste. Appena vedo che si parla di quello, cambio canale. Se le cose fossero andate in modo diverso, magari sarei ancora all’Inter. Quelle polemiche mi hanno reso famoso, ma non mi hanno fatto vincere: ho raccolto qualche simpatia, ma ho perso tantissimo. Se Moggi mi avesse voluto l’anno successivo? Non sarei mai andato alla Juventus, non si fanno certe cose. Avrei preferito restare senza lavorare per un anno”.
Sull’arbitro Ceccarini, protagonista dell’episodio controverso tra Ronaldo e Iuliano: “Parlai male di lui, poi dopo qualche anno successe un fatto particolare. C’era una causa in ballo tra lui e voi della Gazzetta, e quando mi chiamarono a testimoniare per la seconda volta accettai. Mi chiesero se Juventus-Inter fosse stata venduta, io dissi di no perché non avevo elementi per dimostrare il contrario. Non c’era niente di concreto. Lui vinse la causa e guadagnò dei soldi. Io avevo subito il torto anni prima, e finii persino con l’aiutarlo”.
“Il migliore che ho allenato? Ho allenato tanti campioni molto diversi tra loro. Dico Ronaldo, ma anche Baggio, Conti, Pruzzo: nomi che hanno fatto epoca. Quelli dell’Inter erano già grandi campioni. Ronaldo tecnicamente era più forte anche di Messi e in potenza era meglio di Cristiano Ronaldo, ma in accelerazione Bale gli è superiore, il gallese è davvero un fulmine. Ibrahimovic, come acrobazie, è qualcosa di fantastico. Per fantasia rispetto a Neymar? DIco ancora Ronaldo, ma forse sono di parte perché l’ho allenato giorno dopo giorno”.
Il gioco della torre: “Inzaghi o Mazzarri? Salvo Mazzarri perché allena da tanto tempo, mentre il tecnico rossonero è ancora un mistero. Mihajlovic o Gasperini? Dico Gasperini perché siamo fratelli calcistici, ma Sinisa è prontissimo per una grande squadra perché sarebbe il giusto premio per il lavoro che sta svolgendo. Penso che sia l’uomo giusto per l’Inter se si decidesse di cambiare. Il mio allenatore preferito in assoluto? Guardiola”.
Alessandro Caltabiano