Thohir: “Ora basta fischi e proteste”. Poi svela i motivi del cambio Mazzarri-Mancini

Erick Thohir
Erick Thohir

INTER THOHIR / JAKARTA (Indonesia) – Con Thohir non ci si annoia mai. Se nel gennaio di un anno fa sorprese con l’acquisto costoso di Hernanes, ieri ha fatto rimanere tutti a bocca aperta per l’inatteso esonero di Mazzarri, e il conseguente nonché clamoroso ritorno di Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter: “Non è stata solo una scelta mia. No, non funziona così all’Inter. Io sono il presidente, d’accordo, ma ho parlato con il mio socio, Massimo Moratti, e con i miei collaboratori. Ci siamo fatti diverse telefonate e siamo arrivati alla decisione. Tutto negli ultimi due giorni“, ha spiegato Thohir al ‘Corriere dello Sport’: “E Moratti mi è stato di grande aiuto, perché è una persona che conosce bene il calcio e conosceva Mancini da tanto tempo”.

Il tecnico torna in nerazzurro dopo sei anni: “Ho scelto lui perché è uno dei migliori allenatori italiani, anzi il migliore. Ha vinto e fatto grandi cose dovunque è stato. Per lui parla la carriera. E poi anche per un altro motivo. Sa cosa è l’Inter, ha fatto parte della nostra famiglia e vuole bene a questi colori. Poi conosce l’Inter. Non potevamo permetterci un allenatore che partisse da zero, che avesse bisogno di un anno per far ottenere alla squadra i risultati che volevamo – sottolinea il presidente interista -. Per telefono gli ho chiesto di confermarci in Europa anche il prossimo anno e di conquistare la qualificazione per la Champions il prima possibile. Per questo saranno importanti le prossime tre partite”.

E forse un calciomercato di gennaio all’altezza delle ambizioni: “Credo che abbiamo un’ottima squadra, un ottimo coach e un’ottima squadra di dirigenti. Possiamo far bene e riportare l’Inter in alto. Vogliamo lavorare per tornare ad essere i numeri uno. Poi, se il nostro allenatore ce lo chiederà, cercheremo di rinforzare la rosa stando attenti al bilancio. Mancini sa qual è la situazione del club”.

Cambiare Mazzarri è stata comunque una scelta dolorosa: “Un passo che non mi è piaciuto affatto. Credevamo in lui perché è un grande lavoratore e un bravo allenatore, ma stavolta più che alle mie sensazioni ho dovuto affidarmi ai numeri. E quelli non erano buoni perché purtroppo la classifica parla chiaro. Non ho niente da rimproverargli: so che ha dato il massimo, ogni giorno, e per questo lo ringrazio. Tutti insieme però abbiamo deciso che era il momento giusto per cambiare, che c’era bisogno di aria nuova per tutto l’ambiente”.

Thohir ora si aspetta che i tifosi tornino a stare vicino alla squadra: “Il ‘Meazza’ deve tornare ad essere la casa dell’Inter. Chi viene allo stadio, e spero che siano in tanti fin dalle prossime partite, spinga la squadra. Basta fischi e proteste: la famiglia interista deve essere tutta unita, avere un unico obiettivo, quello di riportare questi colori in alto. Abbiamo bisogno del calore della nostra gente e non possiamo giocare in trasferta sempre come successo spesso ultimamente… Tutti gli interisti da ora in poi devono stare dalla parte dell’Inter. Io sarò con loro“.

R.A.

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