INTER BARESI ADDIO/MILANO-Inizia con un amarcord l’articolo de “Il Giornale” parlando del ritorno di Roberto Mancini all’Inter e con le frasi che nel 2004 pronunciò al suo arrivo alla squadra nerazzurra: “Sono il nuovo allenatore dell’Inter, adesso si può dire. È stata una giornata lunga. Cosa ci siamo detti? Niente di particolare. È andata… Adesso cominciamo con il primo allenamento. Se ho parlato con Moratti? Sì, ci siamo già parlati”.
Allora Moratti non era, come oggi, presidente dell’Inter aveva delegato Giacinto Facchetti, anche se lui restava il proprietario della società e quello che comunque metteva soldi e passione. E fu ancora Moratti che, tre anni dopo, decise di esonerarlo e queste furono le motivazioni: “Ero preoccupatissimo. Ero al Tardini, lo scudetto era lì e avevo già deciso di esonerarlo ma ancora non avevo la firma di Mourinho. D’altronde le sue dichiarazioni dopo l’eliminazione di Champions con il Liverpool mi avevano allarmato, come facevo a lasciargli ancora la squadra in mano?” Nonostante tutto, Mancini non ha mai serbato rancori, nei confronti dell’ex patron nerazzurro, anzi ieri alla presentazione ha detto in merito: “Sono felice che lui sia felice, lui è ancora in questa società”. L’arrivo di Mancini, come comunque aveva in parte previsto Thohir, ha innescato una reazione a catena positiva: nuovo entusiasmo tra i tifosi, che stanno acquistando le mini tessere e che torneranno a gremire San Siro, dopo le ultime defezioni, che hanno portato sconforto tra i cassieri dello stadio, ma addirittura i bookmakers stanno tornando a quotare positivamente l’Inter, per lo scudetto. Ieri il Mancio ha svolto il primo allenamento e ha iniziato a conoscere la sua rosa a disposizione, parlando singolarmente con alcuni giocatori, insieme ai suoi collaboratori: Fausto Salsano collaboaratore tecnico, Ivan Carminati preparatore atletico, Giulio Nuciari preparatore dei portieri e Daniele Adani vice allenatore.Con l’arrivo di Adani se ne va una parte importante della storia dell’Inter: Giuseppe Baresi, 37 anni in nerazzurro, prima sul campo a correre per gli altri cercando spesso di fermare o isolare, il numero 10 avversario o a subentrare nella ripresa al posto della punta o del tornante, per congelare il risultato nell’Inter di trpattoniana memoria. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, a disposizione della società sia per il settore giovanile, sia per fare sempre il vice ai vari allenatori.
Spiace dirlo, ma purtroppo nulla è mai per sempre, grazie Beppe per questi anni che hai regalato alla causa nerazzurra.
Luigi De-Stefani
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