Calcio ‘malato’ non solo in Italia. Conte non da Nazionale

Antonio Conte
Antonio Conte

CALCIOSCOMMESSE CONTE / MILANO – Smacco agli esterofili pallonari, a quelli che pensano che il calcio sia ‘malato’ solo in Italia. Invece l’erba degli altri, soprattutto quella del vicino, è rovinata almeno quanto la nostra. Ovviamente ci riferiamo a quanto sta venendo a galla in Francia attraverso due inchieste: la prima riguarda il trasferimento di Gignac dal Tolosa al Marsiglia avvenuto nel 2010, sotto la lente d’ingrandimento le ‘commissioni’ che di varia entità potrebbero aver intascato gli allora e attuali massimi quadri dirigenziali del club allenato da Bielsa- tra questi anche l’odierno presidente Labrune, ieri tratto in arresto e all’epoca dei fatti al timone del Consiglio di sorveglianza su questioni di natura finanziaria  – e, ovviamente, l’agente del bomber francese Christophe Cano; la seconda, ben più grave e interessante, riguarda delle presunte combine avvenute nella Ligue 2 transalpina. In manette il presidente del Caen (ora in Ligue 1), Jean François Fortin, sospettato di aver partecipato all’alterazione di alcune partite, sotto la ‘direzione’ del collega del Nimes, Conrad, che avrebbe messo in piedi il truffaldino baraccone con il socio paritario Serge Kasparian, proprietario anche di un discusso circolo da giochi (Cercle Cadet) a Parigi, volto ad evitare la retrocessione del suo club. Sulla vicenda è stato ascoltato anche Olivier Dall’Oglio, attuale tecnico del Dijon.

L’errore di Conte. Da non credere le ultime dichiarazioni del c.t. azzurro, nel cui curriculum vi è la macchia della squalifica (ridotta a quattro mesi) per omessa denuncia di combine ai tempi in cui allenava il Siena, il quale per dribblare le critiche – come sempre poche e a giochi fatti per chi è alla guida dell’Italia – ha tirato in ballo i soliti argomenti da distrazione di massa, tipo la  “solitudine” sua e del suo ‘progetto’ – oggi più un ‘tirare avanti’ coi soliti nomi, quando in realtà tutti all’inizio ci aspettavamo il lancio in pianta stabile di qualche giovane in più e il ‘taglio’ di qualche veterano. Insomma, l’inizio di un nuovo corso in vista dell’Europeo e, soprattutto, del Mondiale 2018 -, quindi il poco aiuto da parte dei club (è ora di finirla con la pacchiana storia degli ‘stage‘…) e, non dicendolo chiaramente rispetto ad altre volte, il mediocre livello tecnico (sempre migliore di quello dirigenziale) del calcio italiano… Se Conte, che si atteggia a Mourinho e che forse avrebbe bisogno di un bel bagno di umiltà, voleva più tempo per il suo lavoro – che finora ha prodotto risultati ‘normali’ ma un gioco deludente visti gli uomini a disposizione e il girone ridicolo (dove si qualificano le prime due, la terza fa il playoff) di qualificazione all’Europeo – avrebbe dovuto preferire un club alla Nazionale della Puma. 

Raffaele Amato
@RaffaeleAmato9

 

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