INTER MILANI / MILANO – Da poche ore, a 80 anni, si è spento Aurelio Milani, uno dei giocatori meno ricordati e celebrati della Grande Inter. Eppure Milani ha avuto una carriera pedatoria non comune, certamente vincente e sfortunata. Centravanti dal grande fisico e col fiuto del gol, ma bravo anche a giocare per la squadra, oggi lo definiremmo un attaccante moderno. Nacque a Desio nel 1934, delle sue qualità se ne accorge l’Atalanta, che però lo spedisce in B e in C favorendo il suo approdo al Monza di nuovo in cadetteria. Nella sua Brianza comincia a far gol, 37 in due anni, una ‘vena’ da bomber che poi metterà in mostra anche alla Triestina, sempre in B. Troppo forte per non giocare a livelli più alti, a 24 anni l’atteso e meritato esordio in Serie A con la Sampdoria. Con 13 reti conquista Genova, ma nella seconda stagione arriva il primo brutto infortunio, che lo terrà fuori per alcuni mesi e che lo costringerà a cercare fortune lontano dalla Liguria. Se lo prende in carica a Padova “El Paròn” Rocco, che lo rilancia (affianco a Crippa, anche ex Juventus, segnerà 18 gol) in un campionato che i biancoscudati (retrocederanno l’anno dopo), a fine ciclo dopo gli anni d’oro del ‘catenaccio‘ e del grande svedese Hamrin (che poi ritroverà a Firenze), concluderanno al sesto posto. Nel 1961 il ritorno a una grande, la Fiorentina, fresca vincitrice della Coppa delle Coppe. Nella prima stagione in viola si riconferma centravanti super, realizzando 22 centri (insieme ad Altafini, finisce in testa alla classifica dei marcatori), di questi due a Zoff in un Fiorentina-Udinese, partita che segnava il debutto in Serie A del portiere che smetterà di giocare a 40 anni dopo la vittoria del Mondiale 1982… Stecca l’anno successivo, ma ormai è ‘marchiato’ solo per le grandi, anzi per la più grande di allora. Nel ’64, in età matura, l’approdo all’Inter di Helenio Herrera e dei fuoriclasse che segneranno un’epoca e faranno storia, l’ultima squadra della sua carriera. In nerazzurro vince uno scudetto, due Coppe Campioni, la prima da protagonista, e una Intercontinentale: a Vienna, infatti, è proprio Milani a realizzare il momentaneo 2-0 (finirà 3-1) contro il Real Madrid. A novembre del 1964 l’ultimo gol con la maglia nerazzurra, nel 6-0 rifilato alla Dinamo Bucarest nell’andata degli ottavi di Coppa Campioni, prima del grave e ultimo infortunio – sempre contro i rumeni riceve una ginocchiata alla schiena che gli sposta una vertebra – che lo costringerà a chiudere la carriera a soli trent’anni con una sola, per certi versi incomprensibile, presenza in Nazionale.
Raffaele Amato
@amatotw