INTER BALOTELLI / MILANO – L’ultima apertura di Mancini a Mario Balotelli, che sa tanto di atto dovuto alla vigilia dei 50 anni, ha ulteriormente infiammato il teatrino ‘mercataro’ che ormai in modo incessante circonda la carriera dell’attaccante, spesso trattato come il grande male del calcio italiano. Ma perché, anche dopo le dichiarazioni del tecnico nerazzurro, Balotelli-Inter è un matrimonio impossibile? Non lo è per una questione economica: il Liverpool, che in estate lo ha pagato circa 20 milioni – anche se in Inghilterra hanno scritto che a comprare il cartellino dal Milan sia stato il suo agente Raiola, che poi lo avrebbe girato in prestito ai ‘Reds’ – Balotelli sta miseramente fallendo, ha perso smalto e freddezza, gioca malissimo (finora solo 2 gol) in una squadra che sta arrancando (con Rodgers a rischio) e in un ruolo non suo (non è una prima punta, eppure…), lo venderebbe anche domattina alla metà della somma investita in estate; e Thohir, probabilmente, non si farebbe grossi problemi a sobbarcarsi il suo stipendio (6 milioni netti), visto che una figura mediatica (al momento, il calciatore viene dopo) così rilevante e famosa, sfruttando soprattutto il mercato americano e orientale, potrebbe dare una bella ‘botta’ in positivo alla voce ricavi. Non è una questione tecnica: anzi, con Mancini rivedremmo un Balotelli – che anche in caduta libera alzerebbe lo spessore dell’attacco – meno centravanti e più seconda punta, o attaccante esterno nel finto 4-3-3 del derby. Quindi? Balotelli-Inter è un matrimonio impossibile per un fattore ambientale: nel 2010 si è lasciato malissimo con tutta la piazza nerazzurra (piazza intesa come tifosi, che non hanno dimenticato il lancio della maglia contro il Barcellona, ma in passato altri hanno fatto anche peggio…), e si è capito, da Branca a Hernanes fino all’esonero di Mazzarri, quanto Thohir tenga conto per le sue scelte anche di umori e malumori dell’interismo. E questo non sempre può essere un bene…
Raffaele Amato