ROMA-INTER 4-2 / MILANO – All’Olimpico l’Inter ha perso meritatamente una partita che, se gestita meglio, avrebbe potuto anche pareggiare palesando dei miglioramenti sul piano del carattere e dell’abnegazione nel pressing (che è servito a tenere testa, per lunghi tratti, alla formazione di Garcia) come i soliti limiti (difensivi individuali e di personalità di alcuni giocatori) costati a Mazzarri il licenziamento e, finora, una classifica da brividi. Ora i nerazzurri sono undicesimi, e stasera il terzo posto rischia di allontanarsi ulteriormente.
Contro la più forte e decisamente meglio strutturata Roma, Roberto Mancini ha fatto quel che poteva. Giocandosela col giusto modulo (4-4-2) per i giocatori che a disposizione, molto discutibile, invece, la disposizione di Kuzmanovic sulla fascia dove hanno spadroneggiato i vari Maicon, Ljajic e Gervinho al cospetto di Dodò e Juan Jesus, poco coperti e comunque non all’altezza della situazione. Al posto del serbo, tra i migliori nella fase propositiva e schierabile in mezzo al posto di M’Vila (ora un ex giocatore), sarebbe forse stato meglio Obi, che ha il passo per fare l’esterno e una buona forma fisica.
Indovinata la scelta Osvaldo, se in condizioni un grande attaccante in grado di dialogare anche coi suoi compagni. In generale, però, vista la rosa di livello ‘medio-normale’ e un mercato ancora chiuso ma nel quale sarà complicato acquistare le pedine ideali per migliorare la squadra (a meno di ‘follie’ economiche di Thohir, e comunque ce ne vorrebbero un bel po’), risulterà difficile per Mancini trovare la quadra e una certa continuità di rendimento. La Champions resta un’utopia.
Raffaele Amato