INTER MANCINI / MILANO – Mancini come Leonardo. Tranquilli, non siamo così pazzi da paragonare un allenatore che ha vinto ovunque con uno che ancora non si capisce bene – d’altronde non lo ha capito nemmeno lui! – cosa voglia fare da grande. Aspetto che ci accomuna, ma almeno noi siamo ancora lontani dai quarantacinque… Mancini è, come Leonardo versione nerazzurra, costretto se non obbligato a fare risultato. L’unica strada per tenere vivo l’obiettivo Champions (distante 6 punti), vista la classifica e la modestia del campionato teoricamente raggiungibile anche dal Sassuolo, come per il brasiliano (che a confronto aveva una squadra super), allora, per l’obiettivo scudetto, con il Milan avanti 13 punti ma con due partite in più all’attivo. Quindi come Leonardo il tecnico è ‘costretto’ a non fare calcoli, a schierare un’Inter alta, aggressiva e votata all’attacco per inseguire solo i tre punti. Correndo il rischio di subire gol a grappoli, ieri infatti il Chievo avrebbe potuto farne almeno due, considerati i limiti strutturali della rosa e individuali dei giocatori che ha disposizione, per fortuna sua al ‘Bentegodi’ rimasti concentrati e finalmente ‘squadra’ fino alla fine.
Raffaele Amato