INTER NEWS ZANETTI MAZZARRI MANCINI THOHIR / MILANO – “Corro ancora 5 giorni su 7 e ogni tanto gioco a calcetto: in Serie A potrei giocare ancora un tempo”. Pensieri e parole di Javier Zanetti. A 41 anni l’ex capitano dell’Inter è ancora in forma (chi lo conosce bene non lo avrebbe mai messo in dubbio) e alla ‘Gazzetta dello Sport’ racconta la sua nuova vita da vice presidente: “Adesso lavoro più ore e c’è sempre il rischio che mi cambino i programmi… Thohir? Meglio io con l’inglese che lui con l’italiano, spero. Ma è dura: all’inizio quando andavo a lezione con i bambini mi sentivo uno scemo. Loro imparavano alla grande e per me era cinese! Contratto di soli due anni? E’ la filosofia di Thohir: mi ha trattato come un manager. Quello che mi interessava era sentire la sua fiducia ed essere considerato un veicolo importante per lanciare l’immagine dell’Inter anche a livello internazionale. E poi era normale: Moratti mi conosce da una vita, lui no. Massimo conta e conterà sempre: è molto rispettoso, ma quando deve intervenire lo fa”.
DA MAZZARRI A MANCINI – Da quando non c’è più Mazzarri sulla panchina nerazzurra, alla Pinetina la presenza di Javier Zanetti si è fatta più costante: “Ma i primi mesi era previsto che facessi un master alla Bocconi e stessi di più in sede per prendere confidenza con tutte le aree della società. Io ho sempre risposto e rispondo alla società, indipendentemente da chi è l’allenatore. Con Mancini mi sento più coinvolto di prima. Normale: io e Roberto ci conoscevamo già. Ma lui sembra un altro rispetto ad allora: più tranquillo, più consapevole. E ha cambiato in parte pure il modo di allenare: molta più intensità, adesso. Ci confrontiamo spesso e se lo ritiene giusto parlo con i giocatori. E’ successo soprattutto nei giorni difficili: so cosa vuol dire attraversare certi momenti. Ranocchia? Andrea ha dei valori e i compagni lo rispettano per questo. Però deve avere più fiducia in se stesso, non sentirsi crollare il mondo addosso: i compagni lo guardano e il rispetto te lo guadagni anche così”.
MERCATO E OSVALDO – Da buon dirigente, Zanetti parla anche delle strategie di mercato, a partire dal futuro dei due gioielli Icardi e Kovacic: “Mauro va aiutato, ma deve capire come ci si comporta in una grande squadra: il suo gesto è stato meno grave di quello di Balotelli (lancio della maglia verso la Curva Nord contro i Barcellona, ndr) ma deve rispettare i tifosi. Vogliamo che resti e per questo stiamo lavorando al rinnovo del contratto, poi si sa che nel calcio non c’è nulla di scontato. Crediamo molto in Kovacic: in pochi possono cambiare una partita come sa fare lui e può servire anche sbagliare. Ecco, l’unica paura che non deve avere è quella, la paura di sbagliare. Come Shaqiri“. Poi Zanetti si proietta sugli acquisti della prossima estate: “Lavezzi è difficile, anche se è mio amico. Yaya Touré non è un mio amico ma lo prenderei subito: con lui può pesare molto il Mancio, nella scelta di un giocatore è fondamentale poter arrivare dove ti vogliono a tutti i costi – dichiara ‘Pupi’ prima di commentare l’addio di Osvaldo – Sono arrabbiato, ma lo è anche lui: con se stesso, perché si è reso conto che provare a mettere le mani addosso all’allenatore è stato un grave errore. E che ha sprecato una grande chance“.
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