INTER COUTINHO-KOVACIC / MILANO – Più di due anni fa l’Inter diede Coutinho al Liverpool per 10 milioni più bonus. La cessione del brasiliano, disse allora la dirigenza nerazzurra, permise l’acquisto di Kovacic dalla Dinamo Zagabria per circa 15 milioni di euro.
Venticinque mesi dopo, è possibile dare un giudizio quasi definitivo su entrambe le operazioni legate a doppio filo tra loro.
Partendo da Coutinho: dopo un breve periodo di ambientamento in un campionato completamente diverso da quello italiano, il trequartista di Rio de Janeiro (a cui Stramaccioni rinunciava per far giocare Cassano, con l’appoggio della società) è cresciuto fisicamente e tatticamente, come sul piano della continuità-incisività (bellissimo il gol vittoria rifilato ieri al Manchester City), diventando un punto fermo del Liverpool di Rodgers, che fin dall’inizio gli ha dato massima fiducia.
Quella che Kovacic ha avuto solo a tratti sotto la gestione Mazzarri, che gli ha cambiato spesso ruolo un po’ come Mancini, il quale con lui sta usando sia il bastone che la carota (“non so quale potrebbe essere il suo ruolo” e “non può fare il centrocampista” fanno da contraltare a “è il mio giocatore preferito” e il ‘politico’ “è il futuro dell’Inter”) ma impiegando sempre a intermittenza. Rispetto a Coutinho, però, Kovacic sta deludendo soprattutto sul piano della personalità.
Da quando è arrivato all’Inter ha sempre mancato i grandi appuntamenti e mai giocato due partite consecutive di alto livello. Coutinho ha compiuto notevoli passi in avanti (ma non parliamo di fuoriclasse), Kovacic solo dei leggeri miglioramenti sul piano realizzativo e dell’utilità alla squadra.
Troppo poco per un giocatore che non riesce a reggere le pressioni e l’eccessivo pompaggio mediatico. Forse, come per Coutinho, l’Inter non è né il club né la squadra adatta a lui. Forse, non è il fenomeno che in tanti ci avevano dipinto. Quindi? I fatti, cioè il campo, ci dice che ad oggi il colpo l’abbia fatto il Liverpool, non l’Inter.
Raffaele Amato