SAMPDORIA-INTER MANCINI / APPIANO GENTILE – Archiviata la sconfitta in Europa League, l’Inter ha bisogno di tornare a correre in campionato. L’avversaria è quella Sampdoria che al momento occupa il sesto posto, ultimo vagone utile sul treno che conduce alle competizioni internazionali, seppure attraverso i preliminari: contro i blucerchiati sarà necessario vincere per restare sulla scia delle avversarie dirette. Un pareggio o una sconfitta, di fatto, condannerebbero l’Inter ad un’altra stagione senza coppe europee. Roberto Mancini, presente nella sala stampa di Appiano Gentile, parla della sfida ai cronisti presenti: queste le sue parole, riportate da Interlive.it.
“Non dobbiamo pensare al prossimo anno, ci restano ancora trentatré punti da conquistare e tutto può succedere. Non dobbiamo pensare che sia finita qua. Scudetto l’anno prossimo? Penso che potremo lottare per il vertice, ci saranno tanti nuovi giocatori che aiuteranno quelli che ci sono già. Mihajlovic al Milan? Lui per me è come un fratello ed è un grande allenatore, merita una grande squadra. Che cos’ha in più di me? L’età… (ride, ndr). Essendo più giovane ha tempo per migliorare. Shaqiri sta meglio, domani lo valuteremo ma ci sono possibilità che giochi domani. Rimpianti nelle mie scelte? Le scelte vanno sempre fatte, e io ho sempre cercato di fare la cosa migliore. Quando si cambia ci vuole anche tempo, nessuno ha la bacchetta magica e chiunque può sbagliare, fa parte del gioco. Posso però dire che i ragazzi hanno sempre dato il massimo, i risultati non arrivano ma dobbiamo continuare a lavorare e avere fiducia in noi stessi. In passato questo club ha avuto giocatori straordinari e aveva comunque difficoltà a vincere, ma con il lavoro è arrivato dove arrivato”.
“La Sampdoria è un pezzo della mia vita, ho passato 15 anni meravigliosi e ho avuto modo di lavorare con persone straordinarie come Mantovani, Boskov e tanti altri. Tornare a Genova sarà un grande piacere, ma io sono l’allenatore dell’Inter e anche questo club è parte di me ormai, fa parte della mia storia. Wolfsburg? Sull’1-1 dovevamo fare qualcosa di più, metterci il cuore senza pensare a dettami tattici o alla tecnica. Questo non è successo. Io dirigente con Mihajlovic tecnico? Potrebbe anche accadere un giorno, perché no. Lui è più giovane e io non voglio fare l’allenatore fino a 80 anni (sorride, ndr). A un certo punto arriva il momento di lasciare il posto ai giovani. Giocatori? Dico che si impegnano perché è così, non sono buono come sembra: se vedo che non si impegnano sono capace di arrabbiarmi anche io, e lo faccio se c’è bisogno. Per non prendere gol dobbiamo lavorare di più e forse anche meglio, io dovrò farmi capire di più. “Dichiarazioni pericolose”? Al City è andata bene. Quando ho vinto la Premier League eravamo indietro in classifica e dopo una sconfitta con l’Arsenal dissi che vincere il campionato sarebbe stato impossibile. Da lì, la squadra si è alleggerita e le ha vinte tutte (ride, ndr). Thohir? Anche se è dall’altra parte del mondo ci segue con attenzione, si fa sentire tutti i giorni ed è molto vicino. L’Europa League è un obiettivo che va raggiunto a tutti i costi. Nagatomo? Abbiamo deciso di non mandarlo a giocare in Nazionale. Abbiamo parlato col suo commissario tecnico e lui è stato molto gentile, ha capito la situazione e lo ringrazio perché intende persino venire a Milano per parlare col giocatore”.
Alessandro Caltabiano
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