INTER MORATTI THOHIR / MILANO – Non ci meraviglia un Moratti intenzionato a riprendersi l’Inter, visto che non l’ha ancora ceduta del tutto e che, con l’esonero di Mazzarri e l’ingaggio di Mancini a stagione in corso, ha dimostrato di contare ancora qualcosa (giusto o no), ma consideriamo fallimentare in partenza il suo possibile progetto che vedrebbe coinvolti i tifosi con un azionariato popolare impraticabile ad alti livelli in Italia, imprecisati fondi americani che non si capisce perché dovrebbero essere interessati ad investire in un club in perenne rosso, l’ex patron Pellegrini ormai lontano dal calcio dal 1995 e, per ultimo, ma non si capisce come, Tronchetti Provera.
Ma in realtà è fallimentare anche il progetto del suo successore Thohir: finora di positivo c’è stato solo il miglioramento della struttura dirigenziale, che erroneamente non ha ancora coinvolto la parte sportiva (la più importante dato che l’Inter è anzitutto una società di calcio) e l’avvento di Mancini (che però riteniamo inadatto per la squadra attuale), per il resto possiamo dire che l’indonesiano abbia finora speso e stia spendendo come si dovrebbe per un club di media fascia, prestando soldi alla stregua di una finanziaria (col secondo prestito fruttifero ha evitato l’aumento di capitale), senza accollarsi nessun rischio. E nemmeno i debiti, che gli hanno permesso di prendersi la maggioranza con due soldi (75 milioni), i quali prima gravavano sul patrimonio personale del petroliere, mentre da dopo il finanziamento di Goldman Sachs sull’Inter stessa. Per questo, a meno che da domani Thohir cominci a pompare grande liquidità (altrimenti può sempre prendersi il Parma), è pressoché impossibile intravedere per l’Inter un futuro simile al passato.
Raffaele Amato