INTER-MILAN TRAPATTONI / MILANO – Prima da giocatore, poi da allenatore. Difficile fare la conta dei derby milanesi giocati e vissuti dalla panchina da Giovanni Trapattoni: “Quello di domenica sarà teso e scorbutico – ha detto il ‘Trap’ a ‘Tuttosport’ -. Non penso che vedremo una partita spettacolare, ci sarà prudenza e poca spregiudicatezza. Si vivrà a strappi, ma chi vince salverà la stagione“. Una stagione fallimentare per entrambe: “Ci sono dei periodi in cui le cose possono non andare nel verso giusto, però credo che sia Milan che Inter potessero fare meglio, soprattutto in fase di programmazione. Si possono sbagliare degli acquisti, ma credo che entrambi i club abbiano avuto un comune denominatore che ha condizionato le loro ultime stagioni: la riconoscenza“.
Riconoscenza nei campioni che ti hanno fatto vincere tutto: “Sì, il Milan ha faticato a rifondarsi dopo i successi del 2007 e l’Inter dopo quelli del 2010. Ci sono passato pure io, è difficile mandare via chi ti ha fatto vincere. Col tempo ho fatto mia una frase che mi disse Gianni Agnelli quando cercò di riportarmi a Torino una terza volta: ‘Non lo faccio perché ho il potere di farlo, ma perché ho il dovere di farlo’. A volte bisogna fare delle scelte impopolari per il bene del club”.
O il contrario, come è successo all’Inter nel novembre scorso, quando fu mandato via Mazzarri – inviso a dir poco ai tifosi – per riprendere Mancini, che finora in termini di risultati è riuscito a fare anche peggio del suo predecessore: “A volte quando si è all’estero, guardando all’Italia, si pensa di poter cambiare le cose con un click. Mancini era lontano dalla Serie A da diverse stagioni e quando è tornato si è scontrato con un calcio duro, perfezionista. In Inghilterra le gare non sono un continuo esame tattico, da noi sì. Roberto deve ritrovare le coordinate giuste, ma non è un fesso e avendo navigato attraverso gli oceani saprà trovare i giocatori adatti alle sue idee”.
Basteranno i top player per rilanciare l’Inter? “Roberto, si dice, lavori già per la prossima stagione, ma se fra sei mesi non arriveranno risultati, quelle di oggi saranno state solo parole. Mancini ha un progetto, bisogna vedere se si sposerà con quello del club, perché anche a me piacerebbe avere Messi o Cristiano Ronaldo, ma poi?”. Intanto è meglio che punti sul ‘meglio’ a sua disposizione. Per esempio, Mateo Kovacic: “Il ragazzino croato ha qualità, ma spesso gli aspetti psicologici lo frenano – dice Trapattoni -. Nel derby, però, Mancini potrebbe sentire la mancanza di Guarin, un giocatore smaliziato e con personalità. Sarà un’assenza pesante“. Ma almeno ci sarà Icardi: “Mi ricorda un po’ il Rizzitelli dei miei tempi al Bayern Monaco: negli ultimi 16 metri sa dove mettersi e come buttarla dentro. Come molti sudamericani ha il fiuto del gol nell’anima”.
R.A.