CALCIOMERCATO INTER / MILANO – Senza i grandi giocatori è impossibile vincere, nemmeno provarci. Lo sa bene Mancini, che proprio coi grandi giocatori vuole far ripartire l’Inter, ormai da quattro anni lontanissima dalle posizioni che contano. L’obiettivo minimo della prossima stagione sarà il ritorno in Champions League, ossia nella competizione che ridarebbe ossigeno e nuovo smalto a un club che da troppo tempo naviga in un oceano di mediocrità. Ma per costruire una formazione almeno vicina, come valori, alla Juventus, servirà una campagna acquisti dispendiosa ma oculata, quindi un Thohir pronto a investire e un Ausilio impeccabile nei mesi del mercato, al netto dei limiti imposti dall’Uefa in merito al Fair Play Finanziario, una zavorra criminosa ingegnata (e votata dai club) nientemeno che (e non solo) dall’ex dg nerazzurro Paolillo quando Moratti aveva deciso, anche perché obbligato dai conti della fonte Saras, a chiudere i rubinetti, e che in realtà serve solo ad allargare il divario tra le piccole e le grandi. Come dire, vai a fidarti degli amici…
Comunque è chiaro che Mancini voglia assolutamente cambiare mezza squadra. Questo senza contare il rebus portiere: Handanovic, fresco di ‘cappella’ decisiva sabato contro la Juve, vuole andare via per guadagnare più soldi e giocare la Champions, ma almeno finora non ha portato acquirenti disposti a spendere minimo 8 milioni. Tradotto, alle fine potrebbe rinnovare e restare. Caso contrario, l’Inter non si svenerebbe per un suo sostituto: l’obiettivo è un numero uno, o numero dodici da far diventare numero uno, esperto e dai costi contenuti: Cech (che vuole restare in Premier) e Reina piacciono più di tutti, ma hanno ingaggi alti, più possibili le piste Romero e Mirante, acquistabili a zero come Neto, un nome sondato ma che gravita in orbita Juventus.
Niente sconti alla difesa, che solo in campionato ha beccato 42 gol. L’ex dieci di Samp e Lazio quasi pretende un elemeno in grado di dare garanzie e guidare l’intero reparto già sicuro dell’arrivo di Murillo, di cui noi non conosciamo valori attuali e potenzialità, dato che di tempo per seguire le partite del Granada, con cui quest’anno il colombiano ha in pratica giocato solo nel girone d’andata a causa di una lesione al dito del piede, non ne abbiamo proprio. Difficile fare un nome, di sicuro a Mancini piace Dragovic, che la Dinamo Kiev valuta non meno di 15 milioni. Potrebbe arrivarne un altro se partisse Juan Jesus. Cercasi rinforzo anche sulle corsie laterali, dove Santon è da tempo stato scalzato da D’Ambrosio, migliorato molto nelle due fasi. Il terzino di spinta in cima alla lista del tecnico jesino è Matteo Darmian, che può agire indifferentemente sulle due fasce, apprezzato anche all’estero. Cairo chiede tanto, per questo la società sta offrendo in giro Yuto Nagatomo.
Capitolo centrocampo, il reparto più importante di ogni squadra. Sappiamo di Touré, sul quale bisogna precisare: siccome nel suo ruolo è uno dei migliori al mondo e che gioca in una delle squadre più ricche e forti del pianeta pallonaro, non sarà semplicissimo portarlo a Milano. Anche se per lui può valere la stessa affermazione che per altri, cioè “basta pagare“. Sia il suo cartellino che il trasloco, per non dire declassamento in un club che meno può, vale a dire l’Inter, rispetto al City, dove ne prende circa 10. Dunque per convincerlo a venire a Milano dovranno proporgliene di più o gli stessi, tanto i modi ci sono, non addirittura la metà, come paventa in modo ridicolo la stampa nostrana. Fa uguale con giocatori e squadre diverse. Sappiamo di Thiago Motta, il mezzo regista e il mezzo interditore di grande esperienza che Mancini ha chiesto dopo il rinnovo di Toulalan col Monaco. L’italo-brasiliano è preferito a Song del Barcellona, ma quest’anno al West Ham, e ad altri candidati più o meno plausibili. In mediana potrebbe arrivare anche un terzo rinforzo di sostanza qualora partisse Guarin.
Finiamo con l’attacco: Mauro Icardi resterà a meno di offerte irrifiutabili, lo stesso potremmo dire di Kovacic e di tutti. Urge un’altra punta, Mancini la vuole veloce e in grado di far gol. Risaputo che volesse Dybala e che non impazzisca per Jovetic. Più di suo gradimento Lamela e Lavezzi, meglio ancora il franco-marocchino Fekir, che però il Lione non è intenzionato a vendere. Ma tutti hanno un prezzo… Per il 4-2-3-1 servirebbe anche un esterno, in queste ore sta prendendo corpo l’idea Iago Falque, finora strepitoso al Genoa e più accessibile di Pedro.
Raffaele Amato
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