Moratti: “Non tornerò patron dell’Inter”. Poi ‘punge’ Thohir

Massimo Moratti
Massimo Moratti

INTER MORATTI / MILANO – “Perché presi l’Inter? È stata un’idea nata dalla passione vissuta con mio padre. Non l’abbiamo mai gestito come un’azienda perché l’Inter è tutta un’altra cosa. E poi noi l’azienda ce l’avevamo e ce l’abbiamo ancora. C’è sempre stata l’idea di mettersi al servizio della gente, dei tifosi, dei loro sentimenti”. Lo ha detto Massimo Moratti, ‘punzecchiando’ Thohir, ai microfoni del ‘Corriere della Sera’: “Per il club ho sempre cercato uomini che avessero sentimenti, che condividessero la voglia di giocare con noi: gli argentini, per esempio, uomini con valori che hanno dato tantissimo al nostro gruppo – sottolinea l’ex patron nerazzurro -. Il Triplete è senza dubbio il ricordo incancellabile della mia avventura da presidente, il più nitido. Ma non ho nostalgia della serata di Madrid, che ho vissuto con grande fiducia, semmai la nostalgia è per il tempo che è passato. È stato bello così e bisogna guardare avanti; tutto quello che potevamo dare, l’abbiamo dato; può darsi che ci sia in futuro un terzo Moratti all’Inter, ma io non torno di certo. È stato anche un periodo di sofferenza, perché si capiva che al massimo saremmo potuti arrivare secondi e poi abbiamo capito perché ed è anche per questo che lo scudetto 2006 lo tengo in grande considerazione, anche se mi piacerebbe che quella con la Juve tornasse a essere una rivalità calcistica storica”. Moratti conclude parlando della decisione di vendere la società: “È stata la scelta giusta, perché era venuto il momento di affidare la società a chi ha visioni diverse e alla fine i risultati arriveranno. Ora tutto sembra difficile, ma la prospettiva può cambiare in fretta. La società risponderà sempre meglio a quello che i tifosi vogliono, perché la squadra appartiene a loro”.

Luigi De-Stefani

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