INTER THOHIR / MILANO – Erick Thohir come i Pozzo con l’Udinese e una miriade di imprenditori italiani e stranieri? Sì, secondo il ‘Corriere della Sera’ anche l’indonesiano sarebbe alla testa di un suo business, nel suo caso l’Inter, attraverso una società con sede alle Cayman (la Merdeka International), noto paradiso fiscale, con cui finora ha elargito molti finanziamenti sia alla ‘International Sports Capital Hk Limited‘, con sede a Hong Kong (vicino agli uffici del ‘sola’ cinese Kenneth Huang, un caso?) e il veicolo che gli ha permesso di acquisire da Moratti il 70 per cento delle quote semplicemente con aumento di capitale di 75 milioni, e che ora ha trasferito le suddette quote alla neonata e omonima italiana, sia alla controllante ‘Asian Sports Ventures’, dando in pegno le società stesse. Dunque l’Inter. Di fatto un prestito a sé stesso, con sicuri guadagni tra interessi e commissioni smarcandosi dal fisco italiano, pressoché simile nelle modalità a quello elargito in favore dell’Inter nel maggio 2014 (22,3 milioni) al tasso dell’8 per cento (ci sarebbe da discutere solo su questo), che nelle sue tasche vogliono dire 1,78 milioni annui. Un prestito (l’ultimo, circa il doppio, è stato fatto qualche settimana fa) che scade il 29 maggio, rinnovabile proprio da Thohir, che dei nerazzurri è anche amministratore delegato, ‘benedetto’ anche da Moratti, che ha così evitato di partecipare all’aumento di capitale e quindi di tenersi stretto la minoranza del club.
Raffaele Amato