ANALISI INTER / MILANO – Il principale colpevole della stagione disastrosa dell’Inter, nemmeno qualificata per i playoff di Europa League, è il suo azionista di maggioranza: Erick Thohir. Nel novembre scorso, in stile ‘morattiano’, l’indonesiano ha esonerato Mazzarri – a cui solo quattro mesi prima aveva rinnovato il contratto fino al 2016 – su pressione dell’ambiente (e dell’ex patron. Due segnali di debolezza) per prendere Mancini, uno dei migliori su piazza ma completamente inadatto alla rosa costruita male dall’inadeguato ds Ausilio (perché non autorevole, sempre pronto a dire sì alle decisioni del suo presidente proprio come il suo ex capo Branca. La rivoluzione ‘thohiriana’ si è fermata proprio dove non bisognava fermarsi) con le poche risorse messegli a disposizione. Poi a gennaio, quando il mercato risulta ancor più complicato, sarebbe stato difficile per chiunque trovare le ‘pezze’ giuste… Più che l’Inter alle Cayman, spaventa l’inesistenza di un programmazione chiara e la scarsità di risorse (con la scusa del Fair Play Finanziario) per ridare competitività alla squadra, quindi al club. Cedere i migliori per fare campagna acquisti non è la strategia ideale, anzi sarebbe fallimentare proprio come la prima vera stagione di Thohir presidente. Che ha non troppo tempo per riscattarsi.
Raffaele Amato