INTER STANKOVIC / MILANO – Dal ritiro di Riscone di Brunico, Dejan Stankovic, nuovo team manager dell’Inter, ha risposto ai tifosi nerazzurri che hanno partecipato all‘#askDeki lanciato ieri dal club nerazzurro attraverso il proprio profilo ‘Twitter’. Questa la lunga interrogazione, a cui è stato sottoposto dai supporter nerazzurri. Quale giocatore della rosa ti assomiglia di più potenzialmente? E quale del calcio in generale?
“Ci sono giocatori bravi in rosa, vedo tutto come squadra, no paragoni. Ogni squadra ha la propria identità”. Riuscirai a trasmettere la tua grinta ai giocatori più giovani? “Si senz’altro l’importante è che sappiano con che maglia giocano. Mancio sa puntare sui giovani”. Quanto ti manca il calcio giocato? “Sinceramente a volte mi viene voglia ma non tanto perché il mio l’ho dato, con grande onore, ho vinto tanto”. Durante la tua esperienza ad Udine, hai conosciuto o visto qualche giovane interessante che consiglieresti all’Inter? “Mi hanno sorpreso Allan e Widmer. Sono giocatori che possono fare una grande carriera”. Cosa pensi della nuova Inter che sta nascendo?
“La vedo molto molto bene, lavorano benissimo. Vedo tantissimi tifosi, c’è entusiasmo”. Quest’anno sarai sempre titolare o ci sarà un po’ di ingiusto turnover? “Titolare, non ho dubbi”. Che ne pensi di Ranocchia? “Ho avuto il piacere di giocarci assieme, gli auguro di fare un grandissimo campionato”. Dove ci vedi fra 10 mesi? Europa League? “Inter è una società che non può non puntarci, questo è l’obiettivo, partiamo per arrivare al massimo”. Che numero di maglia avrai quest’anno? “XL!”. Quale è stato il gol più bello che hai segnato? “Ce ne sono stati tantissimi. Quelli da centrocampo direi, ma anche con il Milan”.Quale è il giocatore da cui ti aspetti di più quest’anno? “Mi aspetto molto da Mateo, ora lo seguirò da vicino, deve far la differenza”. Che ne pensi di questa prima amichevole?
“Normale trovare un po’ di fatica, il primo tempo mi è piaciuto tanto, si è visto il lavoro di Mancini”. Come è nato il tuo ritorno all’Inter? “Ringrazio Strama e famiglia Pozzo per l’opportunità. Ma dentro di me non sono mai andato via dall’Inter”. Chi è stato il giocatore più difficile da battere? “Sono tantissimi, un fenomeno che ho affrontato dal vivo è Xavi. Lui e Iniesta”. L’allenatore più importante della tua carriera chi è stato? E quello che hai sopportato meno? “Ho cercato di dare il meglio. Sono cresciuto con Mancini, ricordo Zac, Mou ha dato la maturità vera”. Ci racconti quel gol pazzesco allo Schalke? “Gesto spettacolare, ma il risultato non è stato dei migliori… Avrebbe più valore se avessimo vinto noi”. Pensi che farà bene Kovacic quest’anno? “Sono sicuro che farà bene!” Chi vedi bene come capitano quest’anno? “Per quanto ne so è Ranocchia”. Quali sono state le tue gioie più grandi con la maglia nerazzurra? “Il Triplete è imbattibile. Anche gli Scudetti vinti con Mancini”. Quali sono gli aspetti più belli di questo ritiro a Brunico? Riuscite a lavorare bene? “E’ il mio posto preferito, è la sesta volta che vengo. Lavoriamo bene”. Quanto è dura la dieta che ti ha imposto il Mancio? “Non me l’ha imposta lui, ma Salsano. E’ dura, ma vediamo che ne uscirà”. Hai già scambiato due parole con Kondogbia? Che ne pensi di lui?
“Ero a Milano quando è arrivato, è un ragazzo serio, lo vedo concentrato e motivato. Un grande acquisto”. Quale è la squadra più forte contro cui hai giocato? Milan 2005? Barcellona 2010? “Il Barcellona del 2010″. Come lo vedi Jovetic al fianco di Icardi? “Lo vedo bene!” Quale è il giocatore più carismatico con cui hai condiviso lo spogliatoio nell’arco della carriera? Racconti un aneddoto? “Eravamo un gruppo fortissimo. Eravamo 20 squali, sempre affamati”. Cosa avresti fatto al posto di Sinisa? “Ha fatto una scelta da professionista, seguendo un percorso professionale”. Chi erano i tuoi eroi calcistici di quando eri bambino? “Mi piaceva molto Jugovic”. Che ne pensi di Brozovic? “Non lo conoscevo tantissimo, ma qui ha avuto un grande impatto. È uno che ha carattere, si è visto subito”. Ti ricordi il tuo rifiuto alla Juve? Ci racconti un aneddoto? “Giornali e tv mi davano lontano dall’Inter, ma dopo la riunione con Mourinho ho capito che sarei rimasto”. Secondo te un anno senza coppa è un vantaggio?
“Dipende, la Champions League può aggiungere, l’Europa League a volte può levare. Dovremo lavorare bene”. Cosa puoi dare ai ragazzi per far capire loro l’importanza della maglia? “Sono già consapevoli, ma voglio aggiungere qualcosa. Bisogna pensare a come la si vedeva dall’esterno”. Sei contento di vedere così tanti giocatori dell’Est nell’Inter? Jovetic farebbe al caso nostro? “Ci sono sempre stati, negli ultimi anni.. Quest’anno battiamo il record!”. Una grande squadra parte dal centrocampo? Non pensi che solo Kondogbia non possa bastare?
“Sì parte dal centrocampo, e Kondogbia è un grande inizio”. C’è qualcosa che un tifoso ha fatto per te che ti è rimasta impressa? “Tanti, non ne voglio nominare più uno di un’altro. Anche oggi sento un’affetto enorme”. Vedere la tua commozione alla presentazione della squadra deve essere d’esempio, vero senso di appartenenza. Sei d’accordo? “Sì, avevo la pelle d’oca! Sono tornato indietro di un paio d’anni”. Quale squadra può fermare l’Inter nella sua corsa per lo Scudetto? “Nella vita sono sempre realista, la Juventus è la favorita, lo dicono i fatti. Poi Milan, Roma, la Lazio”. Che effetto ti fa vedere il “tuo vecchio capitano” in giacca e cravatta?
“Bellissimo! Zanetti è storico, imbattibile, il numero uno”. Uno striscione che ti è rimasto nel cuore? “L’ultimo esposto quando ho salutato i tifosi a San Siro. Anche quando sono tornato a San Siro con l’Udinese”. Pensi che Murillo potrebbe avere una carriera come quella di Cordoba? “Sì, senz’altro. È un po’ diverso da Ivan, ma l’ho visto a Granada e penso ci darà una grossa mano”. Tre parole per descrivere l’Inter?
“Passione, onore, vittoria”. Cosa pensi del tuo nuovo ruolo in società? Hai già qualche idea? “E’ un ruolo importante perché rappresenti la società, ma vivi la quotidianità con il Mister e giocatori”
Luigi De-Stefani