INTER ANALISI FIORENTINA / MILANO – Seconda con 12 punti, con soli 3 gol subiti è la seconda miglior difesa del campionato. Davanti a lei l’Inter, prima con 15 lunghezze e perforata una sola volta, al ‘Braglia’ contro il Carpi. La Fiorentina di Paulo Sousa, uno dei tanti ex dello scontro al vertice in programma domenica sera al ‘Meazza’, sappiamo forse cos’è ma non sappiamo cosa potrebbe diventare. Di sicuro è una delle squadre più solide di questa Serie A: rispetto alla scorsa stagione, quando in sella c’era lo ‘spagnolo’ (come filosofia calcistica) Montella, gioca un calcio meno elaborato, più diretto e pratico. Concreto. Ha perso (soprattutto) Savic, Gomez e Joaquin, ma ha acquistato giocatori esperti quali Blaszczykowski (che ha vinto tanto al Borussia Dortmund) e Kalinic, sta ritrovando Giuseppe Rossi e scoprendo – ma non troppo – i talenti di Alonso (fin qui quello che ha reso di più), Vecino e Babacar. In attesa che ‘salga’ anche Bernardeschi. E può ancora fare affidamento sulla qualità e sulla personalità di Rodriguez, fra i migliori centrali che giocano in Italia, e Borja Valero, ora più libero di svariare dietro le punte. Paulo Sousa, portato in viola da un certo Jorge Mendes, si sta dimostrando tecnico furbo e abile, voglioso di arrivare in alto. Finora ha cambiato spesso modulo e uomini, con lui ogni domenica, o a metà settimana, ci sono sorprese. Un camaleonte. Mischia le carte, sa come si vince. Forse anche come poter battere la cinica Inter di Mancini.
Raffaele Amato