INTER FASSONE / MILANO – “Il perché dell’addio dovete chiederlo a Thohir“. Parole di Marco Fassone, che a ‘Sportitalia’ ha parlato per la prima volta da ex direttore generale dell’Inter, ruolo che non ricopre più dal 18 settembre scorso: “Ho pensato dieci giorni a quali potrebbero essere stati i motivi del mio allontanamento, poi però me ne sono fatto una ragione. Colpa del deficit di mercato? Credo che questo sia una fattore di minima importanza, in fondo abbiamo chiuso con un disavanzo di appena 6 milioni. Piuttosto credo che sulla scelta di Thohir abbia pesato il dualismo venutosi a creare tra me e l’ad Bolingbroke, scelto da lui in prima persona – risponde Fassone che poi vira sul discusso rinnovo di Mazzarri e fa una precisazione su Yaya Touré -. Quella di prolungare il contratto di Walter fu una decisione presa di comune accordo. A tal proposito il mister fu sempre chiaro: ‘non sono un allenatore che rimane in scadenza‘. Lo disse anche a Moratti. Rinnovammo perché pensavamo che la squadra potesse migliorare dopo il quinto posto, invece è andata come tutti sappiamo. Alla fine abbiamo buttato un anno.
“L’ivoriano non è mai stato vicino all’Inter, anche se c’è stato un momento in cui sembrava essersi convinto del progetto. Kondogbia? E’ costato caro perché si scatenò un’asta sul suo cartellino. Per il suo arrivo è stato determinante Mancini, che è rimasto sorpreso e amareggiato dal mio addio e con il quale ho un ottimo rapporto. Senza Champions l’Inter rischia molto in termini finanziari? No, questa è una considerazione azzardata, però senza ritorno nell’Europa che conta la società dovrà correre ai ripari – risponde Fassone che poi chiosa parlando della della maglia sfottò sull’Inter da lui esibita quando era alla Juve, di Moratti e del famoso scambio, poi saltato, Guarin-Vucinic -. Ho commesso una ingenuità esibendo quella maglietta, purtroppo sono cose che possono capitare quando si va nei fan club. Ho già chiesto scusa per questo. Moratti non mi chiamò per lo stadio, anche perché lui non penso sia un fautore di un nuovo impianto, un progetto per il quale mi sarebbe piaciuto continuare a lavorare con l’Inter. Lo scambio con la Juve saltò perché non c’era convinzione da ambo le parti. Per quale squadra tifa ora? Ora Inter, ma fino a 16 anni sono stato tifoso della Juventus”.
R.A.