ANALISI INTER / MILANO – Qualcuno penserà il contrario ma col senno di poi il 3-3 del ‘Bentegodi’ va visto in positivo. Col Verona, ultimo in classifica col peggiore attacco della Serie A, l’Inter ha sì rischiato di vincere ma soprattutto rischiato di perdere. La squadra di Del Neri ha avuto almeno numericamente le stesse occasioni di quella di Mancini per andare a segno, oltre ovviamente alle occasioni andate a buon fine da calcio da fermo o piazzato. Alla fine è un punto guadagnato che la tiene a ridosso del terzo posto: davanti e dietro non ci sono formazioni che vanno più in fretta, eccezion fatta per una Roma che resta comunque fragile e che con Sassuolo e Sampdoria ha avuto tanta fortuna dalla propria parte. A Verona abbiamo visto qualcosa sul piano del gioco e delle idee solo all’inizio e nell’ultima mezz’ora della partita, per il resto è stata un’Inter senza equilibrio tattico ed emotivo (mai avuto in questo inizio del 2016), non concentrata, limitata in mezzo al campo e dietro nonché priva di un leader. L’assenza di Miranda, e in parte quella di Medel, hanno pesato. Felipe Melo ha il temperamento per esserlo e non esserlo, ora però ci sembra in scarse condizioni fisiche (al contrario dei suoi compagni), oltreché poco lucido. La nota più lieta è sicuramente Palacio: sulla fascia è stato determinante, ma anche nel primo tempo ha fatto un lavoro egregio su tutto il fronte offensivo. Rimane il miglior partner possibile di Icardi, peccato che l’età avanza anche per lui.
Raffaele Amato