Inter-Sampdoria, José Mourinho e il benvenuto all’italiana…

José Mourinho fa il gesto delle 'manette' (Getty Images)
José Mourinho fa il gesto delle ‘manette’ (Getty Images)

INTER MOURINHO / MILANO – José Mourinho torna a ‘San Siro’ a distanza di sei anni. Una notizia, sì, per i grandi ricordi che il tecnico portoghese ha lasciato nella memoria dei tifosi dell’Inter; eppure, negli ultimi giorni il parossismo di giornali ed emittenti sportive – come al solito, quando si parla del mondo nerazzurro – ha raggiunto il clamoroso: c’è chi ha supposto che Mourinho voglia rubare l’Inter a Mancini, chi ha detto che si tratta di un’abile e cinica strategia per mettere pressione allo United, chi ha supposto che sia venuto con l’intento di portarsi via questo o quel calciatore nerazzurro, e chi ha persino paventato l’idea che la Curva Nord possa “ribellarsi” all’attuale guida tecnica  invocando a gran voce il ritorno del ‘Vate di Setubal’ sulla panchina nerazzurra. Si è parlato di “autogol di Moratti”, di “ripetersi della storia”, eccetera.
Paradossale che quest’accozzaglia di teorie e supposizioni investa proprio l’uomo che, durante la sua esperienza in Italia, ha denunciato più volte la “prostituzione intellettuale” dei mass media al servizio di un determinato sistema. Un sistema che per Mourinho, evidentemente, aveva ancora del marcio, come testimoniano anche le tante dichiarazioni del portoghese che ancora si possono raccogliere sul web: da “con il vostro silenzio avete costruito Calciopoli” a “voi dovreste preoccuparvi, il calcio italiano è vostro e non mio”, fino alla conferenza stampa in cui confermò la possibilità di lasciare l’Inter perché stufo di “certe cose del calcio italiano che non mi sono piaciute, le squalifiche, le chiacchiere…”. Insomma, nel giorno del ritorno di Mourinho nel nostro Paese, evidentemente il sistema nostrano ha dato il meglio di sé per ricordargli tutto ciò da cui ha voluto allontanarsi nell’ormai lontano 2010. Un benvenuto all’italiana che, andando a rileggere le dichiarazioni del portoghese e i suoi tanti battibecchi con i cronisti, probabilmente non sarà stato particolarmente apprezzato dal buon José e ancor meno dovrebbe esserlo dall’Inter: quella con la Sampdoria è una sfida decisiva, eppure qualcuno ha voluto far sì che non si parlasse d’altro che del ritorno dello ‘Special One’, non in chiave sentimentale, bensì in ottica disfattista e provocatoria.

Insomma, por qué non può essere soltanto una romantica rimpatriata rimandata da fin troppo tempo? Qual è lo scopo di tutto questo allarmismo, di queste congetture – a volte assurde – che, sfruttando la presenza di Mourinho, non fanno altro che gettare un’insensata pressione sull’Inter e su Roberto Mancini, che ha già le sue gatte da pelare? Por qué intrerpretare in maniera cervellotica e fantasiosa dichiarazioni semplicissime come “Moratti può invitare chi vuole” o “Non sarò allenatore dell’Inter il prossimo anno”, rivoltandole per evidenziare un presunto nervosismo di Mancini o un secondo fine di Mourinho? Por qué la presenza del portoghese dev’essere per forza deleteria? Por qué non potrebbe, ad esempio, stimolare Mancini e i suoi uomini a dare il massimo per impressionare l’uomo che ha costruito il Triplete?
Ma, soprattutto, il sistema si sarebbe comportato così anche se – per caso – Antonio Conte avesse deciso di farsi una scampagnata sulle tribune dello ‘Juventus Stadium’ durante il periodo in cui la Juventus di Allegri non ne imbroccava una e si faceva rimontare in casa dal Frosinone o perdeva (sempre in casa) contro l’Udinese? Oppure si è talmente premurosi da preoccuparsi solo dell’Inter?

Alessandro Caltabiano

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