INTER DIEGO MILITO / MILANO – Non c’è più alcun dubbio: è Mauro Icardi il trascinatore dell’Inter di Frank de Boer, che domenica ha riscattato la figuraccia europea vincendo in rimonta contro la Juventus. Un successo timbrato, appunto, dal capitano e centravanti nerazzurro, autore prima del momentaneo pareggio poi dello splendido assist per il 2-1 finale di Perisic: “Ha fatto una partita straordinaria! Che fosse un killer sotto porta lo sapevano tutti, ma contro la Juve è stato un vero uomo squadra – le parole di elogio di Diego Milito, domenica tornato al ‘Meazza’ insieme a Materazzi per ricevere la maglia celebrativa e ufficializzare il suo ingresso nella squadra di ‘InterForever’, nei confronti di Icardi -. Lo dimostrano le sportellate contro Bonucci e Chiellini, i falli presi per far salire la squadra, la lucidità con cui anche se sembrava che avesse perso l’attimo ha inventato il cross di esterno per Perisic. E ha solo 23 anni. E’ il ‘nuovo’ Milito? Certi confronti non mi piacciono. Lui è più animale d’area, io invece amavo svariare…“.
E per fortuna in estate Suning si è messa di traverso rifiutando tutte le offerte per il suo cartellino: “Per fortuna non faccio il dirigente. Ma se vuoi aprire un ciclo non vendi un giocatore così forte e così giovane – ha sottolineato il ‘Principe’ -. Icardi vale Higuain? Dire di sì, però Gonzalo ha più esperienza. Tuttavia per il titolo di capocannoniere sarà una lotta tra il ‘Pipa’ e Mauro, che senza dubbio adesso merita la convocazione in Nazionale”. A ‘La Gazzetta dello Sport’ Milito ha poi allargato il discorso all’Inter in generale, parlando in maniera positiva di de Boer: “L’Inter ha l’obbligo di puntare sempre al massimo. Aver battuto i campioni dimostra quanto vale questa squadra. Deve tornare in Champions, lotterà contro Juve, Napoli e Roma, che restano più rodate. Le altre le vedo dietro. Il nuovo mister nerazzurro mi ha fatto un’ottima impressione. Con lui mi sarei trovato a meraviglia perché vuole sempre imporre il suo gioco, cercare la porta. Cambiare allenatore in pieno agosto è stata una scelta pericolosa, ma da fuori non posso sapere cosa c’è dietro. De Boer però ha solo bisogno di tempo”.
Facendo un salto nel passato non tanto lontano, l’ex bomber nerazzurro ha voluto smentire che lui e gli allora reduci del Triplete non presero bene la decisione di Thohir di voltare pagina non rinnovando i loro contratti: “Per me almeno era giunta l’ora di tornare a casa”. Chiosa su Zanetti, Moratti e il suo futuro: “Nessuno ha dato tanto all’Inter come Javier. Sarebbe bello se diventasse presidente… Moratti rimane l’Inter. Anche domenica non sono riuscito a non chiamarlo presidente. E l’ho invitato alla mia partita d’addio, l’11 novembre a Buenos Aires. Anche se non ho il fisico e la fissazione di Zanetti per la forma, ho preso un preparatore per arrivare al meglio a quel giorno. Cosa voglio fare da grande? Intanto domani vado a vedere Genoa-Napoli, poi in Grecia a salutare Cambiasso, che se no non mi parla più. Comunque mi vedo più vicino al campo che dietro a una scrivania. Sto facendo un corso per allenatori e mi godo la famiglia. La mia terza figlia, Morena, è nata il 21 maggio, nel giorno in cui ho chiuso con un gol la mia carriera”.
R.A.