FUTURO SIMEONE / Ai microfoni di ‘Marca’ Simeone ha detto tutto e il contrario di tutto. Il tecnico argentino, dato da molti come prossimo allenatore dell’Inter, prima ha aperto all’addio all’Atlético Madrid e poi al rinnovo del contratto coi ‘Colchoneros: “È difficile restare molti anni nello stesso club. Tranne l’Arsenal, tutte le squadre hanno cambiato guida tecnica. Questo perché ci sono poche possibilità di reinventarsi continuamente mantenendo uno stato di forza. Credo che la cosa migliore da fare sia lasciarsi alle spalle tutto quello che è stato raggiunto e abbracciare nuove sfide. Io diverso da Wenger? A partire dal fatto che ho altri due anni di contratto e dalla mia naturalezza per cui ho detto che un giorno allenerò l’Inter, tutti mi vedono lontano dall’Atlético. Tuttavia io dico che da qui entro due anni potrei rinnovare ilò mio contratto poiché sarà difficile trovare un club migliore di questo nel mio futuro come allenatore. Quindi perché non continuare in un posto che mi piace, dove sto bene e dove mi vogliono? Forse ho trovato il mio posto nel mondo come persona. È molto difficile dire che puoi restare per dieci anni, perché penso sempre che mi possano mandare via, e allo stesso tempo è difficile dire che me ne andrò domani”.
“Cinque anni sono tanti, ma…”
Il contratto con l’Atlético scade nel 2018, ma originariamente scadeva nel 2020. La data è stata cambiata per volere dello stesso ‘Cholo’: “Credo che sia stata la soluzione migliore per continuare pensando al contempo al meglio per il club. Dovrei dire che resterò qui per cinque anni? Cinque anni sono tanti… Però possono diventare anche dieci. Con il vincolo per questi due anni, io devo impegnarmi per guadagnarmi il rinnovo. Se il club vorrà ancora contare su di noi e se fa lo sforzo che sta facendo oggi per ottenere risultati, perché anche da questo dipendono queste situazioni, forse possiamo proseguire insieme. Ho un contratto e se il prossimo anno si apre la possibilità per il club di continuare a fare acquisti, ci si continua a rinnovare e si fa uno sforzo con l’allenatore e soprattuto con la squadra. La difficoltà sta nel fatto che cinque anni generano una sensazione che tutto stia finendo, e questo mi dà fastidio. Quando gli altri dicono che tutto sta finendo, io vado dall’altra parte”, ha concluso.
R.A.