INTER NEWS / MILANO – Gagliardini, parla la sua famiglia. È una bella intervista quella concessa dai genitori del ragazzo, Rosanna e Alessandro, ai microfoni della ‘Gazzetta dello Sport’, dopo che già il fratello Andrea aveva commentato il suo passaggio dall’Atalanta all’Inter. Con qualche fotografia tra le mani e tanti ricordi, i due hanno ripercorso la carriera del talentuoso centrocampista nerazzurro cominciando proprio dal suo trasferimento a Milano. “Il mondo si è capovolto adesso che Roberto è all’Inter”, dice sua madre, “ma, per favore, non chiamatelo Roby!”.
“Ricordiamo ancora la prima borsa dell’Atalanta. Lui era piccolissimo, e la borsa era talmente grande che ci stava dentro rannicchiato. Il suo sviluppo è stato lento, vissuto anche sottopeso e con un po’ di mal di schiena”, racconta invece il padre del ragazzo. “A 14 anni era alto 1,63, e poi un anno dopo era già 1,73”.
Gagliardini, non solo ricordi felici: “L’infortunio fu sconvolgente”
Il ricordo peggiore, per Rosanna, è quello del trauma cranico accusato il 22 settembre 2015, all’inizio della sua avventura in prestito al Vicenza: “Fu una cosa sconvolgente”, dice, lasciandosi sfuggire una lacrima, “perché stavamo guardando la partita in televisione e per mezz’ora restammo in silenzio a casa, ad aspettare notizie dall’ospedale. Poi squillò il telefono. Era lui, e mi disse: “Mamma, sto bene”. Finì che piansi di gioia”. Per finire, impossibile non ringraziare l’Atalanta, il club che più di ogni altro ha lanciato la carriera di Gagliardini: “Grazie all’Atalanta per i quindici anni trascorsi, perché lo hanno formato per sempre. Ma vogliamo ringraziare anche il maestro Raffaello Bonifaccio che segnalò i nostri ragazzi a Mino Favini, e Rino Foschi, il diesse del Cesena, dove nel 2014 Roberto arrivò per la prima volta in Serie A”.
A.C.