INTER-ROMA PAGELLE / Finisce qui il sogno Champions. Al ‘Meazza’ l’Inter perde lo scontro diretto con la Roma in una partita sostanzialmente equilibrata, ma decisa dalle giocate di un campione, Nainggolan, che trafigge Handanovic con due sberle dalla distanza. I nerazzurri accorciano con Icardi, ma nel finale un rigore di Perotti chiude i giochi sull’1-3.
INTER
Handanovic 6 Non può nulla sulle bordate di Nainggolan, ma si mostra reattivo su Salah e Dzeko.
Murillo 6 Qualche scivolone e qualche palla persa, ma nel complesso, considerata anche la difficoltà dell’impegno e la mancanza di Miranda, non sfigura. In entrambi i casi, la copertura su Nainggolan non è di sua competenza.
Medel 6,5 Il solito leone, combatte su ogni pallone tenendo a distanza Dzeko e compagni. Non è un caso se i gol della Roma arrivano entrambi da fuori area, a parte il rigore, causato proprio da una scivolata del cileno. Che sulla stessa azione, però, aveva subito fallo.
D’Ambrosio 6 Fermare Salah non è certamente uno scherzo, ma l’ex Torino è bravo a chiudere gli spazi e spesso e volentieri costringe il funambolo egiziano a giocare spalle alla porta.
Candreva 5 Apporto insufficiente. Nella serata più importante, in una sfida che per lui è un po’ un derby dopo i tanti anni alla Lazio, il numero 87 nerazzurro è praticamente assente, perde troppi palloni e quelli messi in mezzo dalla destra vengono tutti disinnescati dalla difesa romanista. Forse avrebbe dovuto giocare più alto, libero da compiti difensivi.
> dal 74′ Gabigol sv
Gagliardini 6 In occasione dell’0-1 non riesce a fermare l’azione di Nainggolan, che poi calcia a rete; sullo 0-2 invece viene spinto a terra da Nainggolan e l’arbitro non fischia la punizione, quindi è difficile dare una colpa all’ex Atalanta. Per il resto, anche nei momenti di difficoltà resta solido e lucido; è il faro della mediana e spesso accende la luce quando sulla trequarti nerazzurra è buio pesto.
Kondogbia 5,5 In avvio perde un pallone sanguinoso concedendo un’occasione pericolosa a Salah. Poi inizia ad ambientarsi e si mette in mostra con la sua fisicità, anche se spesso sbaglia sul piano tecnico. Un eccessivo uso del lancio lungo e diverse sbavature gli costano l’insufficienza.
Pioli 5 In avvio la Roma evidenzia la sua superiorità di fronte a un’Inter spenta, impaurita e poco lucida. La sensazione è che il modulo stesso complichi le cose, visto che il 3-4-2-1 costringe Perisic e Candreva a un eccessivo lavoro difensivo limitando il loro potenziale davanti, dove Icardi resta troppo isolato. Il frequente ricorso ai lanci lunghi verso l’argentino, peraltro, testimonia la difficoltà dei nerazzurri nella costruzione del gioco. La squadra poi cresce nella ripresa, trova il gol dell’1-2 prima che il rigore di Perotti chiuda i giochi.
ROMA
Rudiger 6 Prestazione sufficiente.
Fazio 7 Praticamente insuperabile per Icardi e compagni.
Manolas 7 Non sbaglia mai niente.
Spalletti 7 Al di là degli episodi arbitrali, la Roma mostra più solidità e prontezza soprattutto dal punto di vista mentale: i giallorossi sono ancora più forti, e questa sera lo hanno dimostrato. Sul piano tattico, Spalletti vince la partita a scacchi con Pioli, e per vincere – considerando l’errore di base del tecnico interista – gli basta non sbagliare niente.
Tagliavento Incredibile l’ostinazione e la nonchalance con cui si ostina a far inferocire il pubblico nerazzurro. Prima nega due rigori all’Inter (falli su Icardi e Eder, nettamente più grave il secondo), poi nel finale ne concede uno alla Roma che sarebbe ineccepibile se solo Dzeko non avesse commesso fallo un secondo prima sullo stesso Medel. Per non parlare dello 0-2, propiziato da una spinta vistosissima che mette fuori gioco Gagliardini e che viene bellamente ignorata dall’arbitro. Certamente la Roma ha meritato la vittoria, ma è anche innegabile che se ai giallorossi è servito un episodio arbitrale per chiudere la partita (appunto il rigore), allora all’Inter sarebbe potuto bastare un episodio arbitrale per rimetterla in carreggiata. Ma si sa, anche gli arbitri sono umani e possono sbagliare, eccetera eccetera. E allora, visto che sbagliano un po’ troppo spesso, chiamiamoli pure incapaci. Ah, bisognerebbe pure dargli un voto?
Alessandro Caltabiano
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