INTER CAMBIASSO INTERVISTA/MILANO-L’ex giocatore nerazzurro Esteban Cambiasso, è stato intervistato da Marca per parlare della sua carriera e soprattutto della sua avventura in nerazzurro, con il raggiungimento del ‘Triplete’ nel 2010. Gli hanno chiesto come mai, dopo essere arrivato giovanissimo al Real Madrid, ha lasciato subito la squadra spagnola e lui spiega: “E’ successo lo stesso anche a Makelele. Facciamo parte di quella tipologia di giocatori che lavorano tanto per la squadra e che solo quando poi mancano ci si rende conto dell’utilità“. Gli hanno domandato, se certi accostamenti con giocatori importanti come Redondo, oppure il blasone dei ‘blancos’ hanno influenzato la sua decisione e lui ha risposto: “Per me quel paragone è stato un onore e lo è ancora. A Madrid vincere è normale: quando sono arrivato c’erano tanti compagni che avevano già vinto la Champions 2-3 volte e nel primo anno arrivammo a giocare una semifinale contro la Juventus quasi senza accorgercene”. Gli hanno chiesto, quali sono stati i suoi migliori compagni di squadra e lui ha dichiarato: “Al Real ero pazzo di Raul. All‘Inter, invece, ne ricordo tanti: con Samuel avevamo sempre le spalle coperte, poi c’era Zanetti e c’era Milito, che per l’intelligenza mi ricordava proprio Raul”. Gli hanno domandato, di ricordare la sua avventura con l’Inter di Mourinho e lui ha detto: “Giocavamo uniti, tutti remavamo dalla stessa parte nonostante le tante nazionalità differenti. Tra l’altro, molti erano stati scartati da alcune big. Ma avevamo in panchina un tecnico molto ambizioso. Volevamo vincere la coppa e l’abbiamo vinta. Credevamo in noi stessi, per questo riuscivamo a ribaltare tutto anche nei momenti più duri”. Gli hanno fatto notare che di solito, le squadre italiane perdono le finali di Champions e lui risponde: “Beh, no. L’unica che ha perso in finale contro due spagnole è stata la Juventus. L‘Inter ne ha giocata una e l’ha vinta, il Milan ne ha vinte spesso. Molto dipende dalla psicologia, che invece è sottovalutata”. Gli hanno chiesto chi tra i vari allenatori, tutti bravissimi, che ha avuto, quale sia stato quello che gli ha dato di più e lui dice diplomaticamente: “Da tutti ho imparato qualcosa. Mourinho è arrivato in un momento particolare della mia carriera: lui curava ogni minimo dettaglio”. L’ultima domanda, riguarda la possibilità di vedere Simeone sulla panchina nerazzurra e lui spiega: “Il Cholo in panchina trasmette grinta, energia. E’ una persona autentica che crea credibilità: la base per essere leader. Che l‘Inter possa essere una destinazione ideale non lo scopro certo io, l’ha detto lui stesso. Dipende da tanti fattori, ma credo che ci sono molte possibilità che un giorno lui alleni l’Inter“.
Luigi De-Stefani