JUVENTUS-INTER ANASTASI INTERVISTA/MILANO-Dopo Roberto Boninsegna anche l’ex attaccante Pietro Anastasi, ha voluto dare il suo parere sulla sfida di questa sera all’Allianz Stadium, intervistato dal Corriere dello Sport. Queste le sue prime dichiarazioni: “Non è che la Juventus stia giocando molto bene in questo periodo, però l’importante, oggi, è fare punti. Per il gioco c’è tempo più avanti, no? E’ una partita in cui la Juve ha la possibilità di tornare in testa alla classifica, anche se è un campionato molto aperto, con almeno quattro squadre di vertice. Però, visti i risultati che ha fatto sempre la Juventus a Torino, penso che scommetterei sulla vittoria dei bianconeri”. Gli chiedono quale giocatore gli piace vedere in campo e lui ha detto: “Nell’Inter un giocatore che mi piace molto è Perisic. Nella Juve mi piace Dybala quando fa il Dybala vero, non quello di queste settimane”. Gli domandano un parere su Armando Picchi e lui ha ricordato: “Grande personalità, grande grinta, grande rispetto della persona. E gran carattere. Quando diventò allenatore della Juve fu presentato ad Agnelli, a Villar Perosa. Picchi parlava e l’Avvocato leggeva il giornale. Il povero Picchi allora smise di parlare e Agnelli gli disse sorpreso: “Perché ha interrotto?”. E Picchi: “Se non mi presta attenzione, io non parlo”. Questo era l’allenatore e l’uomo Armando Picchi“. Gli hanno chiesto se avevano capito che si era ammalato gravemente e lui ha confermato: “Lo avevamo capito, nello spogliatoio. Si assentava spesso. C’era la moglie che andava a trovarlo a Milano. Sapevamo che non stava bene e poi ci hanno detto che non poteva più venire ad allenarci. Tutto fu rapido e terribile“. Gli hanno chiesto quale fosse lo stopper più difficile da affrontare e lui ha detto: “Burgnich, sicuramente. Il più rognoso, ma ce la siamo cavata ambedue. Vincevo un po’ io, un po’ lui. Però devo dire che la prima partita che ho fatto contro l’Inter a San Siro abbiamo vinto 2 a 1 e ho fatto due gol. Quel giorno ho vinto io”. L’ultima domanda riguarda i suoi trascorsi in nerazzurro, dopo il famoso scambio con Roberto Boninsegna e lui ha spiegato: “Mi sono trovato bene. Certamente come organizzazione, dalla Juve all’Inter, c’era molta differenza. La Juve cento e l’Inter settanta. Come organizzazione, come tutto. Con la squadra mi sono trovato bene, con i compagni, molto bene, non abbiamo vinto niente se non una Coppa Italia. Ma sono stato solo due anni, è già qualcosa”.
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