Inter, Amarcord nerazzurro: Boninsegna, un bomber ‘speciale’

Roberto Boninsegna (Getty Images)

AMARCORD INTER BONINSEGNA / Undicesimo appuntamento con ‘Amarcord nerazzurro‘, la rubrica di Interlive.it che ripercorre la carriera dei giocatori più importanti della storia dell’Inter. Oggi è il turno di un certo Roberto Boninsegna.

Inter, Boninsegna e le lacrime prima di andare alla Juve

Nasce a Mantova il 13 Novembre 1943 e la sua carriera di calciatore inizia subito nelle giovanili nerazzurre. Helenio Herrera non lo vede ancora pronto per la prima squadra quindi finisce prima al Prato nel campionato di serie B 1963/64 disputando 22 partite con un solo gol. L’anno successivo Allodi decise di mandarlo ancora più lontano, al Potenza, dove disputò 32 partite segnando 9 reti. Ritornato nuovamente a Milano con la speranza a di restarci e invece ecco una nuova destinazione: il Varese. Ma stavolta il campionato è quello di Serie A con la prima giornata proprio contro la ‘Benamata’: terminò 5-2.

Ritornato nuovamente a Milano, dopo aver giocato 28 partite con 5 gol in campionato e 3 partite con 2 gol in Coppa Italia, deve fare ancora le valigie questa volta destinazione Cagliari, venduto in via definitiva dove resterà per 3 anni dal 1966 al 1969. Giocherà nel 1967 anche 9 partite coi Chicago Mustangs, segnando tra l’altro 11 gol. Volò a giocare negli Usa, dopo un espulsione con annesse 11 giornate di squalifica (ridotte poi a 9), per mantenersi in forma in attesa del rientro. Per far quadrare i bilancia, iel 1969 il Cagliari fu costretto a cedere uno tra Gigi Riva e Roberto Boninsegna e lui pensò bene di ‘sacrificarsi’ ad una condizione: di essere ceduto esclusivamente all’Inter.

Il campionato 1969/70 vide proprio il Cagliari vincere lo Scudetto anche grazie ai giocatori che arrivarono dall’Inter: Sergio Gori, Cesare Poli e Angelo Domenghini. Nel campionato 1969/70 la squadra nerazzurra finirà seconda proprio dietro al Cagliari campione d’Italia con 45 punti contro i 41 dei nerazzurri. Il primo anno in maglia nerazzurra per Boninsegna fu abbastanza positivo: 25 gol in 46 partite. In Coppa Italia, dopo aver superato nel girone a 4 Genoa Pisa e Sampdoria, l’Inter venne eliminata dal Torino: vittoria nerazzurra a ‘San Siro per 1-0 con gol di Boninsegna e ritorno vinto dai granata con lo stesso punteggio. Nello spareggio terminato 3-2 non bastarono i gol di sempre di Boninsegna e di Suarez, che pareggiarono le reti iniziali di Mondonico e Quadri, perché proprio Mondonico su calcio di rigore chiuse la contesa a otto minuti dalla fine. Molto più bella anche se beffarda per l’Inter, fu la Coppa delle Fiere. Dopo aver eliminato abbastanza agevolmente Sparta Praga e Hansa Rostock, negli ottavi l’avversario era molto più temibile: il Barcellona. L’andata in Spagna vide l’Inter vincere 2-1 con gol di Boninsegna e Bertini. Al ritorno a ‘San Siro pareggio per 1-1 ancora Boninsegna. Nei quarti l’avversario è l’Hertha Berlino e la partita in Germania vede prevalere 1-0 la squadra di casa. Al ritorno ci pensa Boninsegna con una doppietta a regalare la semifinale ai suoi compagni di squadra. Sembra fatta visto che la gara di andata contro l’Anderlecht vede l’Inter vincere 1-0 grazie al solito Boninsegna. Il ritorno si pensava fosse una formalità tanto che già si pregustava la finale, ma la doppietta di Bergholtz nel primo tempo regalò ai belgi la qualificazione inaspettata. La finale vedrà poi la vittoria dell’Arsenal nella doppia sfida: vittoria 3-1 per i belgi all’andata ribaltato dal netto 3-0 del ritorno in terra inglese.

Il campionato 1970/71 sarà sicuramente uno dei più belli per Boninsegna, anche se l’inizio non fu dei migliori. Alla quinta giornata la squadra nerazzurra aveva solo quattro punti, ma soprattutto aveva perso le ultime due partite prima in casa con il Cagliari per 3-1 e dopo il derby in casa del Milan per 3-0. Il presidente Fraizzoli decise di esonerare il tecnico Heriberto Herrera sostituendolo con il tecnico della Primavera Giovanni Invernizzi. La squadra nerazzurra riprese un ruolino di marcia più che apprezzabile concludendo il girone di andata con 8 vittorie un pareggio e l’unica sconfitta a Napoli per 2-1. Dopo il girone di andata il Milan era campione d’inverno, ma l’Inter era in rimonta. Il girone di ritorno fu una continua rincorsa, con il sorpasso sui cugini che avviene all’ottava giornata: i nerazzurri vincono a Catania mentre il Milan perde clamorosamente in casa 2-1 con il Varese. La classifica finale fu Inter 46, Milan 42 e Napoli 39. Boninsegna si tolse anche la soddisfazione di vincere la classifica cannonieri con 24 reti. Il campionato 1971/72 vide la vittoria finale della Juventus con 43 punti, davanti a Milan e Torino a 42, l’Inter si dovette accontentare del quinto posto e di un solo punto nel derby visto che perse 3-2 quello casalingo pareggiando quello di ritorno, dove andò a segno lo stesso ‘Bonimba’. Le uniche soddisfazioni Boninsegna e i suoi compagni se le tolsero in Coppa dei Campioni riuscendo ad arrivare fino alla finale. Dopo aver eliminato l’Aek Atene, affrontarono il Borussia M’Gladbach. La partita di andata vide Boninsegna colpito da una lattina e l’Inter travolta 7-1. La società milanese chiese la ripetizione della partita e la Uefa accolse la richiesta. Nel frattempo si era già giocata la gara di ritorno a ‘San Siro che aveva visto i nerazzurri prevalere per 4 reti a 2. La ripetizione della partita che si giocò a Berlino il 1 dicembre 1971, vide Bordon protagonista visto che non solo mantenne la porta inviolata, ma parò pure un rigore a Sieloff. Nei quarti è lo Standard Liegi a doversi arrendere: vittoria nerazzurra 1-0 a san Siro e sconfitta 2-1 in Belgio. La semifinale è un’altra battaglia e anche la rivincita contro quel Celtic Glasgow che nel 1967 chiuse il ciclo di Helenio Herrera e della Grande Inter. La partita a Milano termina 0-0 e con lo stesso risultato anche la gara di ritorno dopo i tempi supplementari. Ai calci di rigore la spunta l’Inter per 5-4. La finale di Rotterdam vedrà dunque Boninsegna e i suoi compagni affrontare l’Ajax di Cruijff. La squadra olandese mette subito sotto i nerazzurri ma finché un fallaccio da rosso diretto e nemmeno sanzionato non manda anticipatamente sotto la doccia il difensore interista Giubertoni, costringendo Invernizzi a inserire al suo posto Bertini, la difesa aveva retto bene. Poi nella ripresa Cruijff decide la sfida con una doppietta anche se il primo gol è un regalo di Bordon che in uscita si scontra con Oriali e regala la palla al campione olandese per l’1-0. Boninsegna si consolerà con la vittoria nella classifica marcatori del campionato per il secondo anno consecutivo con 22 gol davanti a Gigi Riva con 21, a cui si aggiungeranno anche 8 gol in coppa Italia e 3 nella coppa dei campioni.

Il campionato 1972/73 vede l’Inter ancora quinta con 37 punti e la Juventus ancora campione d’Italia con 45 punti davanti al Milan con 44, fatale la sconfitta di Verona all’ultima giornata per 5-3 e la Lazio a 43. In quella stagione Boninsegna disputò 27 partite in campionato con soli 12 gol, 10 in coppa Italia con 6 gol e 4 in coppa Uefa con 6 reti. Il campionato 1973/74 vidi l’Inter terminare al quarto posto con 35 punti e la Lazio di Chinaglia vincere il torneo con 43 punti davanti a Juve a 41 e Napoli a 36.  Il campionato 1975/76 è l’ultimo per Boninsegna con la maglia dell’Inter: i nerazzurri finiscono al quarto posto con 37 punti, il Torino vince lo scudetto con 45 punti davanti alla Juve a 43 e il Milan a 38. L’anno successivo Boninsegna venne ceduto alla Juventus in cambio di Anastasi: quando il presidente Fraizzoli lo chiamò per informarlo dello scambio la risposta del bomber nerazzurro fu fantastica: “Alla Juventus ci vada lei…”. Purtroppo dovette accettare con dolore quel trasferimento, nonostante i quasi 33 anni. Nella squadra nerazzurra ha disputato 197 partite in campionato con 113 reti, 55 partite in coppa Italia con 36 reti e 29 partite nelle coppe con 22 reti. Dopo aver militato tre anni nella Juventus e 1 nel Verona terminò la carriera nella Valdanese in serie D. Al termine della carriere il suo score è di 466 partite in serie A con 197 reti, 76 nelle coppe nazionali con 48 reti e 57 totali con 32 reti nelle coppe estere. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, fece per 13 anni l’allenatore della nazionale italiana under 21 di Serie C, oltre che la comparsa sia nei Promessi Sposi, come monatto, sia nella parte di se stesso nel film Don Camillo con Terence HIll nel 1983. In Nazionale ha partecipato sia al Mondiale del 1970, sostituendo all’ultimo momento Anastasi costretto a casa per colpa di uno scherzo che lo costrinse ad una delicata operazione. In quel mondiale fu autore di due reti: una nella famosa semifinale con la Germania e l’altra in finale con il Brasile persa per 4-1. Da dimenticare invece lo sfortunato mondiale del 1974. Con la maglia azzurra ha disputato 22 partite segnando 9 reti. Sposato da 45 anni con Ilda, ha due figli: Gianmarco ed Elisabetta. Ormai vive da anni nella sua Mantova, anche se non disdegna mai gli inviti da parte sia di Inter Club che di giornalisti, per essere intervistato o semplicemente parlare della sua Inter. Rimane un esempio per tanti giocatori nerazzurri e non solo, probabilmente è uno dei pochi ad aver pianto nel momento di una cessione, vedi quella alla Juve a cui lui non potè di fatto opporsi.

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