INTER AUTOBIOGRAFIA TOTTI RETROSCENA SPALLETTI / Su ‘La Gazzetta dello Sport’ è uscita una anticipazione dell’autobiografia di Francesco Totti che verrà presentata il 27 settembre. Questa anticipazione svela un aneddoto sul suo rapporto con Luciano Spalletti durante il primo ciclo alla Roma dell’attuale tecnico dell’Inter e, soprattutto, il grave infortunio dell’ex capitano giallorosso che poteva mettere a serio rischio la sua partecipazione al Mondiale 2006 in Germania:
“Nel silenzio dell’elegante clinica che domina Roma avverto prima uno scalpiccio nel corridoio e poi un bussare trattenuto alla porta, nell’evidente intento di farsi sentire soltanto da me. Al di là del vetro smerigliato c’è un’ombra, dire «Avanti» è un automatismo. Luciano Spalletti. Le undici di sera, e il mister si introduce di soppiatto nella mia camera. Ha un pacco abbastanza voluminoso con sé, mi fa segno di tacere con l’indice davanti alla bocca e lo scarta, tirando fuori un cavalletto componibile e un blocco di grandi fogli bianchi.
Come colpito improvvisamente da un dubbio lontano, mentre lo assembla si gira verso di me per chiedere: «Ma stavi dormendo?».«No mister, non riesco proprio a prendere sonno». «Ah! Bene, bene…» e riprende il suo lavoro, come rasserenato. Trenta secondi dopo, l’allestimento è pronto. Toglie di tasca un pennarello nero, e comincia. «Adesso, caro Francesco, disegniamo la Roma del prossimo anno. Ti scrivo le varie opzioni, poi studiamo assieme i pro e i contro di ogni giocatore». Io sono del tutto imbambolato per lo stupore. Lui lo sa, deve averlo previsto, e adesso certamente ci marcia accelerando la preparazione dello strano Monopoli. Scrive tre nomi di portieri, sei di difensori, sei di centrocampisti e cinque di attaccanti. «Cominciamo: scegline uno per ruolo come se non avessimo problemi di budget, quelli li consideriamo poi». Per quattro notti resto a Villa Stuart, per quattro notti Spalletti arriva alle undici e se ne va alle tre del mattino. Ho il ricordo di una grande unione fra noi, in quei momenti, persino di affetto, e anni dopo la cosa accentuerà la mia incapacità di comprendere il suo comportamento. Ma c’è stato un momento nel quale Spalletti è stato straordinario con me, ed è giusto dargliene atto”.