Inter, l’avvocato Mattia Grassani è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per dare tutte le delucidazioni del caso su come potrà risolversi la causa Icardi
INTER GRASSANI SPIEGA LA QUESTIONE ICARDI/ Il legale di Mauro Icardi ha fatto causa all’Inter e ne ha richiesto l’immediato reintegro. Su questa vicenda la Gazzetta dello Sport, ha voluto fare chiarezza e ha chiesto lumi all’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo.
Gli hanno chiesto se la situazione dell’attaccante della squadra nerazzurra, è simile a quella di Albertazzi e lui ha spiegato:
“Situazione diversa, il Verona lo faceva cambiare in un altro spogliatoio, non si allenava mai nello stesso campo della squadra e gli tagliarono le gomme dell’auto nel parcheggio del centro sportivo”.
Gli hanno domandato se quello che l’attaccante chiede di accertare al Collegio Arbitrale sia mobbing o meno e lui ha detto:
“Attenzione prima di parlare di mobbing nel mondo del lavoro sportivo: è il comportamento datoriale più grave che possa esistere. Si fonda su ripetute umiliazioni inflitte al calciatore, privazione dei diritti fondamentali quali l‘utilizzo dello spogliatoio unitamente ai compagni, la disponibilità delle divise sociali, lo svolgimento di allenamenti differenziati, in orari e luoghi diversi dalla prima squadra, con tecnici che non fanno parte dello staff, insomma la totale demolizione della professionalità dell’atleta”.
Gli hanno fatto notare, che questa non è la posizione del calciatore e quindi gli hanno domandato il motivo del contendere e lui ha dichiarato:
“Sembra che le doglianze del giocatore riguardino lo svolgimento della parte tattica in maniera non corretta, la mancata partecipazione alle partitelle infrasettimanali e altri comportamenti di analoga natura. Questi sono i presupposti su cui si basa la richiesta di reintegro di Icardi”.
Gli hanno domandato se una società, può avere il potere per decidere che un calciatore di tale livello possa non essere inserito nel progetto e lui ha chiarito:
“È questo il vero fulcro del contenzioso. In materia abbiamo soltanto un precedente, quello del 2010 del Cagliari che decise di puntare sul portiere Agazzi, escludendo, di fatto, da qualsiasi attività ufficiale il titolare appena rientrato dai Mondiali del Sudafrica, Federico Marchetti. Il presidente Cellino dichiarò ufficialmente che Marchetti non rientrava nei piani tecnici e questi si rivolse al Collegio Arbitrale ma la sua domanda venne archiviata. Più in generale, teniamo presente che la sfera di programmazione compete alla società e quella tecnica all’allenatore responsabile della prima squadra, ambiti di competenza nei quali è difficile entrare e sui quali l’autonomia è notevole”
Da profani gli hanno chiesto come funziona il Collegio Arbitrale e il legale ha risposto:
“È un organo di risoluzione delle controversie sportive alternativo ai Tribunali del Lavoro ordinari, È un collegio tripartito composto da figure di elevata specializzazione del diritto sportivo: un membro lo nomina il ricorrente, in questo caso il calciatore, il secondo la società resistente, il terzo, in funzioni di presidente, viene individuato di comune accordo dai due arbitri di parte oppure, in caso contrario, dal Presidente del Tribunale dove ha sede l’arbitrato. Decide a maggioranza, basta la volontà di due componenti su tre per definire la partita”.
Infine gli hanno domandato un parere su come finirà questa controversia e in quanto tempo verrà risolta e lui ha spiegato:
“L’esito, da spettatore esterno, è imprevedibile, partita aperta ad ogni risultato, nella quale la ricostruzione in fatto, più che in diritto, della vicenda potrà far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Circa i tempi, avendo Icardi promosso il ricorso con procedura accelerata, entro 45 giorni dall’insediamento del Collegio il lodo dovrà essere emesso e sarà un verdetto inappellabile”.