L’Inter esce dalla Champions già alla fase a gironi proprio come l’anno scorso. Il confronto tra il breve cammino europeo di Conte con quello di Spalletti
Come un anno fa l’Inter fallisce il match point contro una squadra che non aveva più nulla da chiedere, il Barcellona già qualificato agli ottavi e il Psv Eindhoven già fuori da tutto l’11 dicembre 2018, salutando la Champions al termine della fase a gironi. La fine della squadra di Conte e di quella di Spalletti è stata la stessa, terzo posto finale e retrocessione nella più che ingombrante Europa League, ma il percorso e soprattutto le prospettive future sono molto diverse. CLICCA QUI per le altre news sull’Inter.
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L’Inter del tecnico di Certaldo cominciò alla grande con due vittorie contro Tottenham – acciuffata allo scadere – e Psv, sciogliendosi poi strada facendo con la conquista di soli due punti nelle restanti quattro partite. Fatale e clamoroso fu naturalmente il pari all’ultima giornata contro la formazione olandese, non in corsa nemmeno per un posto in Europa League. De Vrij e compagni terminarono a pari punti con gli ‘Spurs’, che non andarono oltre l’1-1 coi blaugrana, ma furono condannati dallo svantaggio negli scontri diretti. Sarebbe bastata una vittoria (anche se l’Inter ‘dipendeva’ dal risultato degli uomini di Pochettino) per passare, proprio come ieri a Lukaku e compagni contro un Barça pieno zeppo di riserve ma che per larghi tratti ha dominato sul piano del gioco e della personalità. L’Inter ha perso concludendo il cammino dietro di tre punti dal Borussia Dortmund, vittorioso in casa con lo Slavia Praga.
Inter in Champions con CONTE
terzo posto, 3 punti dietro il Dortmund secondo
7 punti conquistati: 2 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte
8 gol fatti / 9 gol subiti
Inter in Champions con SPALLETTI:
terzo posto, ma a pari punti col Tottenham secondo
8 punti conquistati: 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte
6 gol fatti / 7 gol subiti
Il breve percorso in Champions di Spalletti è stato forse leggermente migliore di quello di Conte, ma c’è da dire che il tecnico salentino l’ha affrontato per una buona metà in piena emergenza, soprattutto a centrocampo. Alla fine la vera differenza sono le prospettive: quell’Inter era già in piena crisi di nervi con diversi problemi di spogliatoio – pochi giorni dopo Perisic e non solo chiederanno la cessione a gennaio – che portarono alla degradazione di Icardi e tutto il resto, questa di adesso sembra davvero viaggiare in un’unica direzione come certifica il primo posto in Serie A e il non sbracamento nelle tante avversità. Certo, a Firenze sarà un bel banco di prova, perlomeno per verificare la reazione del gruppo alla cocente eliminazione europea.
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