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Guarneri e Burgnich ricordano Mario Corso ‘il piede sinistro di Dio”

Inter, lutto in casa nerazzurra ci ha lasciato a 78 anni ‘il piede sinistro di Dio’ Mariolino Corso. I suoi ex compagni Aristide Guarneri e Tarcisio Burgnich lo hanno ricordato in un’intervista al sito ufficiale nerazzurro

Inter, Mario Corso con Zanetti e Palacio ©Getty Images

INTER GUARNERI E BURGNICH RICORDANO MARIO CORSO/ Oggi la Grande Inter di Helenio Herrera perde un’altra sua stella. L’ex attaccante di quella indimenticabile squadra, che anche oggi dopo più di 50 anni ancora viene ricordata come una poesia scolastica, ci ha lasciato. Mariolino Corso, ‘il piede sinistro di Dio‘ o ‘Mandrake’ per citare solo alcuni dei nomignoli coniati per lui, se ne è andato oggi a 78 anni e sono tante le persone che lo hanno ricordato, a partire proprio da due suoi ex compagni di quella grandissima formazione, intervistati dal sito ufficiale nerazzurro. Il primo è Aristide Guarneri che ha detto: “Io più di tutti Mario l’ho vissuto in prima persona. Perché non tutti probabilmente lo ricordano, ma io e Mario vivevamo insieme quando giocavamo all’Inter. Stavamo in Porta Romana, nell’abitazione di una signora, vedova: dormivamo in una grande stanza con due letti, poi mangiavamo al ristorante. Parlava poco, ma poi picchiava dentro sempre la sua battutina scherzosa, velenosa“. Poi ha voluto anche sfatare il fatto che si raccontava che fosse un pochino scansafatiche e ha detto: “No, quello era impossibile, perché durante gli allenamenti Herrera era intransigente con tutti, non potevi rallentare. Poi è vero, non aveva la fisicità di Jair o Facchetti, ma a suo modo Corso era sempre avanti agli altri: lo era grazie al suo cervello e al suo sinistro. Glielo dicevo sempre: con lui la palla arrivava a destinazione con un passaggio anziché con due. Negli ultimi 40 metri illuminava il gioco, letteralmente”. L’ex difensore ha poi ricordato una delle peculiarità dell’ex attaccante nerazzurro: i calci di punizione e ha raccontato: “Ne avevamo di gente capace di battere le punizioni: pensate solo a Suarez, ad esempio. E considerate sempre come erano i palloni che usavamo a quell’epoca, specialmente quando erano bagnati. Ma quando c’era un calcio piazzato, Mario arrivava: si avvicinava sornione al punto di battuta e poi dipingeva. Come contro il Liverpool“. L’ex calciatore non può esimersi dal ricordare una delle rimonte più epiche che hanno fatto la storia nerazzurra: semifinale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool e ha detto: “Bisognava vincere 3-0 e soprattutto ci portavamo dentro gli sfottò dei tifosi del Liverpool, che ci cantarono in continuazione ad Anfield ‘When The Saints Go Marching In’, con la modifica ‘Reds’. A San Siro abbiamo fatto i gol nei momenti giusti: prima con Peirò, poi proprio con la punizione di Corso, infine con il tiro di Giacinto. E la cosa che rimarrà per sempre nella nostra memoria è quello che fece Mazzola: aveva portato allo stadio un disco che consegnò all’addetto al servizio radio prima del fischio d’inizio. Gli disse: ‘Se passiamo il turno, metti questa canzone‘. Uscimmo dal campo mentre in tutto lo stadio risuonava ‘When The Saints Go Marching In!'”. Per tutte le altre news sul calciomercato dell’Inter CLICCA QUI.

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Gli ultimi ricordi sul loro ex compagno di squadra arrivano da Tarcisio Burgnich la ‘roccia’ nerazzurra che dopo aver rammentato di come Corso fosse stato amico di tutti con una grande commozione ha spiegato: “Aveva il suo modo di fare, ti prendeva un po’ in giro ma, ad esempio, io con lui non ho mai litigato, nemmeno una volta. Era un calciatore eccezionale, tecnicamente fortissimo. Era un po’ un vagabondo, in campo, ma si allenava con costanza. Anche oggi sarebbe stato uno dei migliori giocatori al mondo. E al tempo lo era. Era il massimo“.

Luigi De Stefani

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Luigi De Stefani

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