Inter-Milan, l’ex difensore Francesco Coco ha voluto dare un consiglio in vista del derby di Milano che si disputerà domani nel tardo pomeriggio. L’ex giocatore ha chiesto che ai tifosi fosse permesso di mettere le coreografie e lasciarle per tutto il tempo della partita
INTER-MILAN COCO/ L’ex giocatore Francesco Coco, è stato intervistato da Mi-Tomorrow per avere un parere sul derby di Milano. Queste le sue prime dichiarazioni: “I derby sono partite uniche perché può sempre succedere qualcosa, non sempre vince la più forte. Certamente l’Inter è la squadra che più si è rinforzata e che contenderà lo scudetto alla Juventus. Sarà un derby divertente e aperto a tutto anche perché il Milan è la squadra più in forma post lockdown. Lo è da mesi, ormai”. L’ex calciatore, ha poi voluto dare un consiglio e ha detto: “Penso si debba approfittare di questa situazione per un’iniziativa: dare la possibilità alle curve di esporre le loro coreografie e lasciarle lì in qualche modo per tutta la durata dell’incontro, non solo ad inizio gara come è sempre avvenuto in condizioni “normali”. È sempre stata la parte più bella del derby di Milano“. L’ex difensore ha giocato con entrambe le squadre, prima nel Milan dal 1996 al 1998 e poi nella stagione 2000/2001 dove rimase fino ad agosto, per poi andare al Barcellona. Nell’Inter approdò nel 2002 e vi rimase fino al gennaio 2007. Gli hanno chiesto quale squadra preferisce, lui ha scelto i rossoneri e ne ha spiegato il motivo: “Ho tanto rispetto per l’Inter, mi sono trovato bene, ma io sono cresciuto al Milan. Il club mi ha fatto studiare, crescere e diventare uomo. Ho fatto la trafila nel settore giovanile, ho esordito in prima squadra, mi sono fatto conoscere al grande calcio“. Per tutte le altre news di calciomercato sui nerazzurri CLICCA QUI.
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Poi ha ricordato la sua esperienza in nerazzurro e ha dichiarato: “Arrivai nell’estate del 2002 dopo il Mondiale di Corea e Giappone. In quella campagna acquisti arrivarono con me anche Crespo e Cannavaro. Facemmo un’ottima stagione, uscendo in semifinale di Champions. E comunque l’ombra del 5 maggio non si era ancora assorbita. L’ambiente era depresso“.